#Giarre, l'Ipab Bonaventura chiede la restituzione dei locali di via De Gasperi

Il commissario straordinario dell’Ipab “Casa delle fanciulle Bonaventura” Salvatore Jervolino ha adottato una nuova iniziativa legale, stavolta per chiedere il rilascio immediato dell’immobile di via De Gasperi di proprietà dell’opera pia.
Nei giorni scorsi, lo stesso commissario aveva citato in giudizio la cooperativa sociale “Ambiente e Benessere” di Mascali per presunte irregolarità nel contratto che il precedente commissario della Bonaventura aveva sottoscritto con questa cooperativa  per l’uso dell’immobile di via Alcide De Gasperi. La citazione in giudizio era accompagnata da una richiesta di risarcimento di 100mila euro per gli illeciti negoziali che sarebbero stati commessi dalla stessa cooperativa.
Adesso, attraverso l’avv. Giovanni Sciangula, l’Ipab Bonavenura chiede al giudice di emettere un decreto per il rilascio immediato, da parte sempre della stessa cooperativa, dell’immobile di via De Gasperi, nello stato in cui si trova, libero e sgombero da persone e cose.





Nel ricorso, il legale afferma che il precedente commissario, benchè il suo mandato fosse già scaduto, ha sottoscritto con la cooperativa “Ambiente e Benessere” un contratto mai registrato presso l’Agenzia delle Entrate e, a sua volta, la cooperativa – riporta nell’atto l’avvocato Sciangula - non ha mai pagato il canone di locazione. Il legale, aggiunge che il contratto è stato stipulato mediante affidamento diretto, senza l'adozione di procedure concorrenziali per la selezione di un contraente privato da parte di un’amministrazione pubblica. La permanenza della cooperativa all’interno dell’immobile impedirebbe all’Ipab di esercitare la propria attività istituzionale. La Bonaventura, ha manifestato, infatti, l’intenzione di avviare una procedura ad evidenza pubblica per l’utilizzo dell’immobile di via De Gasperi per assistere donne e minori in difficoltà, visto che non vi sono istituzioni analoghe nel giarrese. Da qui l’urgenza di ottenere la restituzione dell’ immobile.
L’opera pia, nel ricorso inviato al giudice, chiede anche la condanna al risarcimento del danno per l’occupazione illegittima dell’immobile e quindi al pagamento dei canoni di locazione arretrati quantificati in euro 21.367,50.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 4 novembre 2014

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