Furto di rame, ritardi nella tratta ferroviaria che collega Giarre-Riposto con Catania

Chi viaggia con i mezzi pubblici non si annoia mai e ogni giorno può essere un’avventura. Lo sanno bene le centinaia di pendolari che ogni giorno prendono il treno dalla stazione di Giarre-Riposto e che ieri sono partiti in ritardo a causa di un furto di rame. Dalle prime ore del giorno, Fs italiane, attraverso un comunicato sul proprio sito, informava che «per il furto di cavi in rame, da parte di ignoti, la circolazione ferroviaria fra Acireale e Giarre-Riposto è rallentata dalle ore 5.30». Ritardi sino a 20 minuti per i treni in viaggio. Fs Italiane ha, tuttavia, rassicurato sul fatto che  «L’asportazione di rame non comporta – nel modo più assoluto – problemi di sicurezza alla circolazione dei treni, ma solo rallentamenti e ritardi. La sottrazione del materiale, infatti, provoca l’attivazione istantanea dei sistemi di sicurezza che governano le tecnologie in uso nella gestione del traffico ferroviario, con arresto immediato dei treni».





Prime vittime del disagio di ieri sono stati i pendolari che viaggiano con il treno 8577 che parte da Giarre-Riposto alle ore 6,54, con cui partono, ogni giorno, anche una settantina di lavoratori della STMicroelectronics. Il ritardo di questo treno ha causato il sovraffollamento del successivo delle ore 7,14 da Giarre-Riposto. Su quest’ultimo treno sono, infatti, saliti, per ritrovarsi stretti come sardine, i pendolari delle 7,14 e quelli delle 6,54. Dato il treno era sovraffollato, il capotreno ha dovuto invitare i lavoratori della St a scendere per aspettare il consueto 8577, ormai in arrivo, e che fa, proprio per i lavoratori St, una fermata alla stazione di Catania-Bicocca.

Mezz’ora di ritardo ha esercitato l’allenata pazienza dei pendolari che solo venerdì scorso avevano già fatto i conti con lo sciopero dei mezzi pubblici. Alle ore 9 è stato ripristinato regolarmente il traffico. Appuntamento alla prossima “avvincente” avventura della vita dei pendolari.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 18 novembre 2014

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