La rabbia degli artigiani di #Giarre

L'Unione liberi artigiani- C.l.a.a.i. di Giarre, presieduta da Diego Bonaccorso, lancia un grido di allarme per dire che le imprese sono stremate e la tassazione, a partire da quella imposta dai Comuni per arrivare a quella nazionale, ormai è insostenibile.





L’associazione di categoria, che ha sede a Giarre ma conta iscritti in tutto l’hinterland, si dice stanca di una politica troppo “lontana” e “assente” dalla quotidianità di milioni di italiani. «Non possiamo essere massacrati – si legge in una nota - da un patto di stabilità che sta impoverendo intere Nazioni, dall’ “articolo 18 si, articolo 18 no”… e da tanti altri “illuminanti…” argomenti… mentre le imprese muoiono, e ogni giorno 100, 1000, 10.000 saracinesche si abbassano per non alzarsi più!».  L’associazione la volontà degli artigiani di organizzare una manifestazione pubblica e che ci si attende dai Comuni, dalla Regione e dal Governo l’adozione dei provvedimenti necessari, da tempo richiesti dagli artigiani, per evitare questa  la protesta degli artigiani, tenuto conto degli animi esacerbati.«Gli artigiani sono sull’orlo del collasso – afferma Diego Bonaccorso - Le banche chiuso hanno i cordoni del credito, gli artigiani hanno difficoltà a riscuotere i crediti sui lavori realizzati e le tasse, a partire da quelle comunali, sono insostenibili. La categoria è fortemente arrabbiata perché così non si può più sopravvivere».
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 9 ottobre 2014

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