I 10 anni di Centro di aiuto alla vita di #Giarre

Compie oggi 10 anni di attività il Centro di aiuto alla vita di Giarre, che ha sede nei locali della parrocchia “Gesù Lavoratore”. Un anniversario che i volontari ricorderanno animando la messa delle ore 19,30, nella stessa parrocchia che li ospita, e ringraziando Dio per i 100 bambini che grazie al Centro sono venuti al mondo; anzi, per l’esattezza, 97 sono già nati, gli ultimi tre nasceranno nei prossimi mesi. 
Oggi saranno presenti anche il primogenito, Pier Francesco, 9 anni; Fatima, l’ultima arrivata, e il ricordo di dieci anni di storie di vita e di speranza ritrovata.
Tra le donne incontrante in questi anni, il presidente del Cav, Cesare Scuderi, ne ricorda una che i volontari non riuscirono a convincere a tenere il bambino e che abortì. Dopo un anno, la stessa donna, avendo avuto un ripensamento, ha contattato i volontari chiedendo loro di aiutarla a convincere una sua amica a non abortire: aveva capito di aver commesso un errore e  nei volontari ha trovato degli amici che l’hanno confortata tutte le volte che ha avuto bisogno di sfogarsi. La testimonianza di questa donna viene portata ad altre donne, perchè non  commettano lo stesso errore.


Perchè tante volte per mettere al mondo un figlio ci vuole tanto coraggio, e una mano amica accanto. Come è stato per una signora disperata che voleva abortire: era già mamma di tre figli maschi e suo marito era stato da poco licenziato. Come mettere al mondo un quarto figlio? «Dopo il nostro colloquio, pensavo che avesse deciso di abortire – ricorda Ginevra, una volontaria – invece, dopo pochi giorni, l’ho vista tornare nel nostro Centro. Si è fidata del nostro aiuto. Ha portato avanti la gravidanza, è nata una bambina bellissima che è adesso tutta la sua vita. Ancora adesso viene, mi porta la bambina e mi dice: “Grazie Ginevra di quella volta che hai insistito tanto”».
Tra i “figli” del Cav di Giarre vi sono anche un’altra sede associativa a S.Venerina e una ulteriore sede del Cav a Fiumefreddo.
L’associazione opera senza contributi di enti pubblici ma in collaborazione con le istituzioni, con cui esiste un buon rapporto: talvolta, dopo difficoltà iniziali, le istituzioni hanno compreso che l’interessamento dei volontari verso le mamme in difficoltà è sano e benevolo e che di loro ci si può fidare.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 9 settembre 2014

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