"La Sovrintendenza potrebbe presentare un bando per la riqualificazione della chiesa del Convento"

L'interno della chiesa del convento
«Non appena saranno emanati bandi europei per il recupero di beni culturali la Sovrintendenza ai beni culturali potrebbe proporre un bando per la riqualificazione della chiesa del convento per renderla agibile e fruibile». A proporlo è la dott.ssa Carmela Cappa, storico dell’arte della Sovrintendenza di Catania. Ieri, la chiesa dei  frati agostiniani scalzi di Valverde, o come è più nota, chiesa del Convento, è stata oggetto di una eccezionale visita di un piccolo gruppo di soci dell’Archeoclub. Questa chiesa e quella di San Leonardello sono le più antiche di Giare. Per motivi di sicurezza l’edificio sacro non può essere fruito, ma, attorno ad esso, vi è molto interesse da parte dei giarresi e anche di appassionati di beni culturali. Come spiega la dott.ssa Cappa, la chiesa del Convento è un tesoro nascosto. Spesso, quando si è parlato del suo futuro, si è ipotizzata una sua conversione in auditorium; su questo aspetto, però, la dott.ssa Cappa precisa: «In base all’istituzione del Fondo edifici di culto la chiesa non può diventare un auditorium ma deve restare una chiesa».
Frattanto i beni mobili che si trovavano all’interno della chiesa del convento sono custoditi nel Duomo. Nel 2012 la Prefettura li ha concessi in comodato d’uso alla chiesa madre e anche per loro sarebbe necessaria una valorizzazione. Si tratta di oggetti importanti, oltre ai dipinti (due dei quali sono esposti sull’altare maggiore della chiesa madre) vi sono arredi sacri, ostensori, paramenti e argenti settecenteschi che recano la punzonatura che è una sorta di marchio di fabbrica che a quel tempo in Sicilia pochissime città potevano imprimere, tra cui Acireale.  
E’ desiderio dell’arciprete della chiesa madre, don Domenico Massimino, potere esporre, certamente in sicurezza, questi antichi oggetti sacri attraverso la realizzazione di alcune bacheche da collocare nei locali parrocchiali del Duomo. Un desiderio che la stessa Sovrintendenza potrebbe realizzare, reperendo le somme necessarie.
La valorizzazione di questi beni restituirebbe alla città un pezzo della  sua storia e potrebbe rappresentare anche un’attrattiva turistico-culturale.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 2 marzo 2014

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