Distretto di Giarre, meno fondi per i servizi sociali, ne fanno le spese i servizi per gli anziani

Una drastica riduzione dei fondi provenienti dall’Assessorato regionale alla famiglia e un aumento delle richieste da parte delle fasce deboli, in tutti i settori. Sono state le principali difficoltà che ha incontrato la conferenza dei servizi del distretto socio-sanitario n°17, che si è riunita, nei giorni scorsi, nella sala consiliare del Comune di Giarre per approvare il nuovo piano di zona per il triennio che va dal 2013 al 2015.
Cinque i progetti approvati che concludono i lavori svolti dal “gruppo piano” per la predisposizione dei progetti relativi alle diverse aree tematiche. Nella macro area denominata “responsabilità familiare” è stato approvato un progetto per l’educativa domiciliare di minori. A questo progetto sono stati assegnati euro 198mila378 per ogni annualità.
Nella macro area “disabilità e non autosufficienza” sono stati approvati due progetti: uno denominato “sollievo per disabili” a cui è stato assegnato l’importo di 130mila euro annui e un secondo progetto per il “centro diurno disabili psichici” a cui sono stati assegnati 13mila 562 euro, per ogni annualità.
Nella macro area “povertà ed esclusione sociale” sono stati approvati altri due progetti: l’“assegno civico”, per cui è stata prevista una somma di 64mila718 euro annui, e il progetto di “inserimento lavorativo per soggetti deboli”, per cui è stato previsto un importo pari a 78mila annui.
Giovanni Finocchiaro, assessore alle politiche sociali di Giarre, Comune capofila del distretto, commenta: «Non abbiamo potuto prevedere un progetto per gli anziani a causa della riduzione dei fondi regionali passati da 2milioni 800mila euro a 1milione e mezzo circa. Si è, quindi, deciso che dell’assistenza agli anziani se ne farà carico ogni Comune con fondi di bilancio proprio e si è deciso di puntare sull’educativa domiciliare, fondamentale per non abbandonare i ragazzi, e sulle fasce disagiate. Tutti i comuni ci siamo trovati dinanzi alla difficoltà di dovere fronteggiare un aumento di richieste di assistenza a cui dovere far bastare trasferimenti regionali ridotti». 
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 29 marzo 2014

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