Cartelle pazze, botta e risposta tra Città viva e il sindaco Bonaccorsi

Uno dei tanti avvisi di pagamento errato
 inviato a cittadini che avevano pagato
Non diminuiscono le polemiche sulle cartelle pazze. Sulla questione interviene adesso il movimento civico Città Viva che, in una nota, esprime preoccupazione per gli avvisi di pagamento riguardanti  la Tarsu 2012, giunti, a giudizio del movimento, a livelli 
irragionevoli. «Parliamo – dice Città viva- di migliaia di raccomandate che comportano oneri a carico dell'ente e grave disagio alla cittadinanza».  
Il movimento annuncia che si farà di nuovo portavoce in Consiglio comunale (attraverso i suoi due consiglieri) della  problematica per chiedere, alla giunta, rendicontazione sul numero di invii, costi sostenuti, ammontare dei recuperi erariali ed il numero di evasori scoperti. Secondo il movimento, anche attribuendo errori ai sistemi informatici e scaricando le  responsabilità alla società che gestisce i database dell'ente o a Poste italiane che avrebbe ritardato a comunicare i pagamenti già effettuati dagli utenti, la Tarsu, comunque, non era a rischio prescrizione (come l’Ici 2008), e quindi non si spiega perché non siano state usate altre modalità di verifica.
Città Viva, inoltre, chiede perchè, riscontrata
l'anomalia negli invii, non sia stata sospesa la spedizione e  domanda al Sindaco ed agli uffici di rispondere alla cittadinanza a questo «disastro che si riflette, da settimane, sotto forma di
disagio materiale e morale per i cittadini, gli impiegati delle poste e dell'ufficio finanziario».
Il sindaco Roberto Bonaccorsi, interpellato, replica: «Sarà cura dell’Amministrazione, come già dichiarato agli stessi componenti di “Citta Viva” in Consiglio comunale,  appena terminata l’attività ricognitiva demandata agli uffici competenti, relazionare in modo trasparente alla città.
Mi spiace verificare che le legittime proteste dei cittadini onesti siano strumentalizzate con un linguaggio non consono al ruolo istituzionale e al rispetto che si deve a chi onestamente svolge con spirito di abnegazione e senso del dovere quotidianamente il proprio dovere.
Il populismo non può e non deve essere utilizzato come strumento di lotta politica, il rischio è la degenerazione del sistema con naturale decadenza di serietà, responsabilità ed efficienza. Potrei dire io non c’entro, è un’attività espletata nel 2012, ma così non è, e chi si assume la responsabilità politica ha il dovere di rispondere ai cittadini sempre. Cosa che farò come promesso a breve».
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia l'1 febbraio 2014