Giarre, 301mila euro assegnati a Giarre dalla Protezione Civile per le spese sostenute in occasione delle emergenze cenere

E’ di 301mila euro circa l’importo assegnato dalla Protezione civile regionale al Comune di Giarre per le spese sostenute in occasione delle piogge di cenere vulcanica che tra il 2012 e il 2013 hanno colpito la città. I comuni interessati dall’evento naturale avevano documentato spese per 2milioni di euro circa, di questi 660mila euro sono le spese documentate solo da Giarre. Ma a fronte di queste spese la Regione ha messo sul piatto solo 1 milione di euro, ripartito proporzionalmente tra tutti i comuni colpiti.
Giovedì, ad una riunione tenutasi nella sede provinciale della Protezione civile, per il Comune di Giarre era presente il vicesindaco Salvo Patanè, delegato dal sindaco. Diversi gli interrogativi/proposte scaturite a seguito da questo incontro, a partire dalle tasse che il Comune deve pagare per gli incarichi alle ditte che devono rimuovere la cenere: «Non sarebbe possibile pensare a una defiscalizzazione di questi interventi?» propone Patanè.
Un ulteriore problema riguarda l’inclusione nel patto di stabilità delle spese sostenute per fronteggiare l’emergenza cenere, patto che Giarre, peraltro, ha già sforato. E anche su questo punto il vicesindaco auspica che queste spese possano essere escluse dai conti per il patto di stabilità.
Un’ultima notazione riguarda la recente dichiarazione dello stato di calamità promulgata dalla Regione in occasione dell’evento piroclastico che ha colpito, tra gli altri, i comuni di Taormina e Piedimonte Etneo: «Dall’11 marzo 2012 al 20 aprile 2013 – osserva Patanè - Giarre è stata colpita da ben 6 eventi: possibile che non sia mai stato dichiarato lo stato di calamità per Giarre?».
La Protezione Civile, infine, ha annunciato che si attrezzerà con dei mezzi che sta acquistando e che in occasione di futuri eventi piroclastici metterà a disposizione dei Comuni. Ma sono ormai parecchi mesi che si attende questo acquisto.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 7 dicembre 2013