A Giarre, tavolini sistemati dentro la chiesa "Gesù Lavoratore" per offrire un pranzo solidale

Oltre 80 commensali, tra cui tanti bambini, hanno partecipato ieri al pranzo solidale imbandito all’interno della chiesa “Gesù Lavoratore”. Un appuntamento che ormai è una tradizione e che esprime la riscoperta della condivisione e della dimensione comunitaria che avviene in tempo di crisi. Don Nino Russo, parroco della comunità “Gesù Lavoratore”, che con i suoi 10mila abitanti circa è la più grande di Giarre, spiega: «Ogni anno la parrocchia organizza questo pranzo per le persone più bisognose della comunità. Abbiamo tantissimi assistiti: questo Natale abbiamo distribuito circa 200 pacchi spesa ad altrettante famiglie. Abbiamo organizzato il pranzo con la comunità di Sant’Egidio che porta i doni per i bambini. Le famiglie della parrocchia hanno preparato le varie pietanze. Un bar offre le patatine e i dolci e un panificio il pane. I vari piatti sono serviti a tavola dal nostro gruppo giovanissimi».
La parrocchia conosce a fondo i bisogni delle persone: «Seguiamo – dice don Nino - anche pensionati che non arrivano a fine mese perché con la loro pensione aiutano i figli disoccupati. Alla nostra Caritas giungono numerose richieste, purtroppo c’è una diminuzione di prodotti dal Banco Alimentare: dobbiamo riorganizzarci puntando sulle imprese, sui privati, sulla carità. Il cibo è una parte minima dell’aiuto che offre la Caritas, forniamo anche medicine,  contributi per bollette. Molte risorse giungono tramite il “fiore che non marcisce” dei funerali».
Hanno collaborato per il pranzo anche i volontari dell’Avulss; la presidente Valeria Ferro afferma: «Partecipiamo per la collaborazione che intratteniamo con la Caritas per la “mensa della solidarietà” e come associazione di volontariato; sono presenti quasi tutti i nostri assistiti».
Tanti i bambini presenti, molti dei quali nati grazie al Centro di aiuto alla vita. Il presidente del Centro, Cesare Scuderi, spiega: «Partecipano le famiglie che seguiamo o che abbiamo seguito e  che vengono per il piacere di stare assieme; i loro bimbi sono entusiasti di ripetere l’esperienza dell’anno scorso dove, oltre alla compagnia, hanno ricevuto dei regali».
Frattanto nella chiesa si diffonde il profumo della pasta al forno e dà l’idea di cosa si vuol dire quando si dice che “la parrocchia è una famiglia di famiglie”.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 29 dicembre 2013