Riusciremo, sotto la gestione del Comune di Giarre, a risparmiare sulla Tares?

La gestione diretta del servizio rifiuti da parte del Comune di Giarre costituitosi in Aro, Ambito di raccolta ottimale, si spera possa portare anche dei risparmi per i cittadini. Ne abbiamo parlato con il vicesindaco e assessore all’ecologia Salvo Patanè secondo cui dei risparmi potranno essere possibili una volta che la raccolta differenziata sarà entrato a regime. «Quando la raccolta differenziata sarà a regime – spiega Patanè – pensiamo di potere risparmiare diverse centinaia di migliaia di euro dal costo del servizio. Se riusciremo a realizzare un risparmio significativo questo andrà a beneficio delle tasche degli utenti, visto che una quota significativa della Tares pagata dai cittadini dipende dalla raccolta dei rifiuti».
Non c’è nessuna nuova soluzione, ancora una volta la chiave di volta di tutto è la raccolta differenziata: più sarà elevata la percentuale di rifiuti differenziati, meno peso si conferirà in discarica e maggiore sarà il contributo che si ricaverà dal Conai, il consorzio nazionale che garantisce il riciclo e il recupero dei materiali di imballaggio e che “paga” i rifiuti correttamente differenziati. 
Ma la raccolta differenziata, come sanno bene i giarresi, un conto è prevederla sulla carta, un conto è realizzarla nella pratica. Anche il contrasto alla formazione di micro-discariche abusive di rifiuti, come spiega il vicesindaco Patanè, dovrebbe contribuire al risparmio e questo dovrebbe avvenire anche grazie agli ecopunti. Secondo quanto prevede, infatti, il piano predisposto dal Comune la raccolta dei rifiuti avverrà nei centri storici attraverso il “porta a porta”, nelle altre zone della città attraverso gli ecopunti, anche se l’obiettivo resterà estendere ovunque la differenziata.
Nell’immediato restano però alcuni problemi da risolvere, il primo riguarda i rifiuti ingombranti non pericolosi: Giarre non dispone di un’isola ecologica e quindi al momento non c’è dove portarli. In precedenza, facendo parte dell’Ato, era possibile appoggiarsi ai Comuni vicini, adesso il Comune deve attrezzarsi in proprio: «Per gli ingombranti – ammette Patanè - la situazione non è ancora definita: aspettiamo dalla Regione l’approvazione dell’Aro dopodichè ci attrezzeremo». L’isola ecologica è pertanto una struttura indispensabile di cui il Comune deve assolutamente dotarsi, e per farlo deve reperire un finanziamento. La questione è attenzionata dagli amministratori e dai tecnici comunali.
L’ente deve poi chiudere i conti l’Ato. Come spiega Patanè, i debiti con l’Ato una volta riconosciuti, potranno essere spalmati per un congruo numero di anni.
Maria Gabriella Leonardi
Pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 2 ottobre 2013

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