Giarre, di nuovo sacchi di cenere per le strade

I temporali e le intense piogge di settembre, più vigorose rispetto alle precedenti, hanno persuaso molti giarresi che ancora non avevano ripulito i tetti dalla cenere vulcanica che la rimozione della sabbia dell’Etna non era più rinviabile, pena l’occlusione delle grondaie e il rischio di trovarsi dentro casa delle copiose infiltrazioni di acqua piovana, con i danni conseguenti. E così, nell’arco di un paio di settimane, sono ricomparsi ai bordi delle arterie stradali i famigerati sacchetti pieni di cenere vulcanica, vere e proprie barricate alzate sui marciapiedi ordinatamente. Se non fosse che ormai siamo fuori tempo massimo, in quanto già il Comune aveva disposto delle raccolte di cenere vulcanica, indicato dei siti per il conferimento, oltre che un termine entro il quale bisognava depositare la sabbia.
Come se nulla di ciò fosse accaduto, i sacchi di cenere sono ricomparsi lì dove erano stati rimossi. Basta fare un giro per le strade cittadine per ritrovarne parecchi cumuli: da via Bellini, nei pressi dell’ufficio postale, a via Massimo D’Azeglio a via Carolina. In questi casi la noncuranza dei giarresi è davvero deleteria e causa un danno alla collettività. Perché alla fine chi paga sono sempre i cittadini e i soldi che si dovranno spendere per togliere, nuovamente, la cenere dalle strade (intervento che si poteva evitare se tutti avessero rispettato quanto indicato dal Comune) saranno soldi che potevano essere spesi per altri servizi. 
Il dirigente della IV area “Servizi tecnici” Venerando Russo è categorico: «C’erano già state due ordinanza sindacali per la raccolta della cenere, il sindaco mi ha incaricato di disporre un terzo intervento che dovrà essere l’ultimo: dopodichè i cittadini che rimuovono la cenere dalle loro abitazioni dovranno farsi carico anche di conferirla nelle apposite discariche perché il Comune non può garantire di continuo la raccolta della cenere».
«Si sta predisponendo una terza ordinanza – conferma l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Finocchiaro – in cui indicheremo i siti dove dovrà essere depositata la cenere. Faremo una nuova raccolta su tutto il territorio, daremo un congruo tempo, forse faremo anche dei manifesti, dopodichè chi rimuoverà da casa la cenere vulcanica dovrà farsi carico del suo conferimento in discarica e chi depositerà per strada fuori termine cenere vulcanica sarà multato perché non si può andare avanti così: non ci sono più soldi, la Regione, la Provincia non finanziano interventi. Questa ulteriore rimozione dovrà essere realizzata con fondi comunali e bisogna mettere la parola “fine” alla cenere vulcanica. Lo stesso dicasi anche per i rifiuti: la città la mattina viene pulita e poco dopo vi sono di nuovo rifiuti per strada».
Ma stavolta c’è di positivo (si fa per dire) che se le “intimazioni” del Comune non bastano a persuadere di certo ci penseranno i temporali torrenziali di fine estate a convincere, chi non l’ha ancora fatto, a rimuovere di gran corsa la sabbia dell’Etna dai tetti e dalle grondaie.
mgl
19 settembre 2013

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