Ufficio del Giudice di pace, si lavora a rilento mentre si rischia la soppressione

l'ufficio del Giudice di Pace di Giarre
«In questo momento, per carenza di personale, l’ufficio del Giudice di Pace sta funzionando a rilento e molte cause vengono rinviate d’ufficio per mancanza di personale amministrativo, sia udienze sia civili che penali: c’è un notevole arretrato che dev’essere recuperato». A denunciarlo è l’avv. Giuseppe Fiumanò, presidente dell’Associazione giarrese avvocati.
Il lavoro che prima veniva svolto da 5 persone adesso viene in pratica svolto da due: da un mese manca il cancelliere che si occupava della sezione penale e l’operatore giudiziario è andato in pensione. La situazione crea numerosi disservizi, con udienze che saltano perché manca l’assistenza, cioè chi si occupi della preparazione pre e post udienza.
Ma gli avvocati giarresi sono in apprensione per una questione ancora più grave: per il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace, i comuni di competenza erano chiamati a dare la loro adesione per la divisione delle spese, ma hanno aderito solo Giarre, Sant’Alfio e Riposto; a questi si è aggiunto Piedimonte Etneo, che prima apparteneva al Giudice di Pace di Linguaglossa.  «La nostra preoccupazione – dice Fiumanò – è che l’Ufficio del Giudice di Pace di Giarre scompaia, a seguito della mancata adesione di diversi comuni di competenza». Per problemi economici, manca, infatti, l’adesione dei comuni di Caltabiano, Fiumefreddo, Mascali e Milo.
Ma il tutto è subordinato a una sentenza della Corte Costituzionale che i prossimi 2 e 3 luglio si pronuncerà sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, sia per quanto riguarda i Tribunali che i Giudici di Pace. Insomma, si sta attraversando una situazione generale di incertezza.
Per quanto riguarda il Tribunale di Giarre, come riferisce Fiumanò, sembrerebbe che il presidente del Tribunale di Catania abbia chiesto che l’edificio del Tribunale giarrese sia adibito ad archivio per cinque anni. Per quanto riguarda la chiusura dei cosiddetti “mini uffici giudiziari”, la commissione giustizia del Senato all’unanimità si è espressa per prorogare di un anno la riforma. Una richiesta trasversale è stata sottoscritta, in tal senso, da numerosi parlamentari, tra cui il senatore Pippo Pagano. «Quando ci sarà più chiarezza – dice Fiumanò – chiederemo un incontro con il presidente della Corte d’Appello e con il presidente del Tribunale o con i sindaci».
mgl
30 giugno 2013

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