Ccn Giarre: come andare avanti?

L’assessorato regionale alle Attività produttive ha pubblicato, due giorni fa, sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana la graduatoria dei Centri commerciali naturali ai quali sono stati assegnati i fondi Po Fesr 2007/2013  (Piano operativo fondo europeo sviluppo regionale), che ammontano a circa 19 milioni di euro. Ma la notizia non scuote il comparto commerciale giarrese, anche se Giarre è in 20ma posizione. Colpa dell’estenuante lunga attesa che ha consumato l’entusiasmo e le attese che tre anni fa erano sorte quando è nato il Centro commerciale naturale Giarre. Tre anni di attese durante i quali più volte la Regione ha chiesto gli stessi documenti. Che Giarre fosse tra i Ccn accreditati e in 20ma posizione si sa già da tempo.
Il presidente del Ccn giarrese, Toni Nocita, dopo tre anni ha completato la durata del suo mandato, trascorso senza che il Ccn sia stato operativo. Nocita  ha già presentato le dimissioni, si dovrebbe eleggere un nuovo presidente ma, a quanto pare, serpeggia la paura di assumersi delle responsabilità. «In tre anni – spiega Toni Nocita – è completamente stravolto il quadro economico. La stragrande maggioranza degli operatori economici sta pensando a sopravvivere e non a un progetto di promozione e sviluppo. Alcune attività non ci sono più, altre attività si sono trasferite, ma il Ccn chiedeva una precisa dislocazione in una determinata area del territorio, altri operatori non hanno adesso la forza necessaria. Al momento, tra gli operatori economici si pensa a salvare il salvabile finchè non passa questo momento, ma mi chiedo: si tratta di un momento?».
Nocita, che in questi anni si è fatto carico delle varie incombenze del Ccn, non si tira indietro, ma a questo punto è indispensabile che anche gli altri membri del Ccn facciano la loro parte.
I centri commerciali naturali, istituiti con la legge regionale 10 del 2005, sono un insieme di attività commerciali, artigiane, turistiche, di servizi, fra loro vicine e comunque ricadenti in un ambito urbano definito che, sotto forma di consorzi, agiscono in rete come soggetti di un’offerta commerciale integrata. I Ccn possono ottenere co-finanziamenti per interventi di vario tipo come lavori di ristrutturazione degli esercizi commerciali/artigianali, adeguamento impianti, acquisto di attrezzature, attività di fidelizzazione della clientela, riqualificazione vetrine e prospetti e altro ancora. Le impreso però devono contribuire mettendo il 50%. Come spiega Nocita, oltre al progetto principale del Ccn, a cui tutti i soci partecipano, vi sono anche altri progetti individuali, proposti da singoli membri.
Ma il punto adesso è capire come e se andare avanti.
«Tutti i soci – conclude Nocita - saranno cercati singolarmente. A ognuno sarà chiesto se intende continuare o se intende dare le dimissioni. Ma per ogni scelta sarà necessario siglarla da un notaio».
mgl
5 maggio 2013

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