Lo spettacolo-testimonianza dell'imprenditore PIno Masciari

“Padroni delle nostre vite”, del proprio nome, dei propri affetti, del proprio lavoro, della propria terra. Tutto ciò che il coraggioso imprenditore calabrese Pino Masciari ha perso nel momento in cui è entrato nel programma speciale di protezione dopo avere denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con la politica.
Ieri sera al teatro Rex la vicenda di Pino Masciari è stata raccontata attraverso “Padroni delle nostre vite”, uno spettacolo teatrale forte ed emozionante, tratto dal libro “Organizzare il coraggio” di Pino e Marisa Masciari, interpretato da Ture Magro e prodotto da SciaraProgetti.
L’iniziativa è stata promossa dall’istituto tecnico per geometri “N.Colajanni” di Riposto in collaborazione con l’Asaec, associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania,  presieduta da Giovanni Bonanno.
Masciari in questi giorni sta incontrando gli studenti delle scuole di Giarre e di Riposto. «Ho denunciato i boss e gli apparati delle istituzioni che rappresentavano lo stato – ci racconta – e per avere fatto questo mi hanno fatto fuggire, per non fare la fine di Libero Grasso». Masciari si rifiutò di sottostare alle “regole del sistema” che imponevano per ogni appalto il 6% ai politici e il 3 ai mafiosi, assunzioni pilotate, forniture di materiali e di manodopera scelte da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso. La criminalità si vendicò distruggendo la sua impresa edile. Entrato, nel 1997, nel programma di protezione, Masciari fu costretto ad abbandonare la Calabria. «I miei bambini avevano poco più di un anno – racconta - ci siamo ritrovati catapultati in un altro mondo, non potevamo utilizzare i nostri nomi». Concluso nel 2010 il programma di protezione, l’imprenditore ha iniziato una nuova vita. «Da imprenditore edile che costruivo case – dice - adesso non lavoro più, sono un “imprenditore di legalità” vado nelle scuole a portare una lezione di vita».
La prof.ssa Maria Pia Fiumara, coordinatrice dell’iniziativa sottolinea: «La scuola da il suo contributo per l’affermazione della cultura della speranza. Proprio da questo territorio scolastico di Riposto e Giarre è partita l’iniziativa per l’istituzione della disciplina dell’”Educazione antimafia nelle scuole” il cui disegno di legge è stato presentato all’Ars. «Questa iniziativa vuole incidere nel territorio – afferma Giovanni Bonanno –. La nostra associazione, l’Asaec, è la più antica dopo quella di Tano Grasso, combatte il racket  e le estorsioni con i migliori risultati. Quella di stasera è un’opportunità da cogliere».
mgl
10 aprile 2013

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