Gli artigiani che hanno lavorato per la sede di viale Federico II di Svevia scrivono ai consiglieri comunali una lettera pungente

Una lettera indirizzata all’Amministrazione e al Consiglio comunale, scritta dagli artigiani che hanno effettuato i lavori per il trasloco degli uffici comunali nella nuova sede di viale Federico II di Svevia, ha infiammato, lunedì, il dibattito della seduta consiliare. La lettera fa riferimento ad alcuni interventi in aula di consiglieri in merito alle spese effettuate per la nuova sede e alla richiesta delle fatture dei lavori avanzata dalla III commissione consiliare.
Giarre - la sede degli uffici finanziari
Tutti i consiglieri che sono intervenuti hanno espresso il loro sdegno verso la missiva, a partire da Fabio Di Maria, principale "imputato"per via di alcuni sue dichiarazioni: “E’vergognoso che ditte che hanno lavorato per questo ente entrino nel merito dell’attività politica”, ha detto Di Maria che poi ha precisato: “Le mie accuse si riferivano all’opportunità di talune spese in un momento in cui si accertava la situazione di quasi dissesto dell’Ente. Chi ha scritto la lettera parla di lavoro fatto per amore della città, ma così non è, visto che le ditte sono state pagate regolarmente; si parla anche dell’assenza di richieste di pizzo, cosa che nessuno ha mai detto perchè se me ne fossi accorto non l’avrei denunciato in Consiglio comunale ma agli organi competenti”.
Critici anche gli altri consiglieri:Santo Vitale ha ribadito che in commissione è stato fatto un controllo sull’opportunità delle spese e non sulla loro congruità. Raffaele Musumeci ha puntato il dito sull’indirizzo politico che ha permesso queste spese e sul fatto che il Consiglio non poteva controllare, non avendo “uno straccio di bilancio”, pervenuto in aula, come sempre, all’ultimo momento.  
Tania Spitaleri, invece, nella lettera ha colto uno stile che le è sembrato non appartenere all’operosità delle maestranze con delle firme usate come “cavallo di troia”. Nel ribadire che nessuno ha mai messo in discussione le persone e il lavoro, la Spitaleri ha detto che la velata minaccia della lettera va rispedita al mittente. Josè Sorbello ha rilevato come il dirigente finanziario del Comune sia anche il responsabile del controllo di gestione e quindi è controllore e controllato, diversi ruoli affidati ad un unico soggetto per colpa della politica. “I bilanci di questo Comune - ha detto Josè Sorbello - sono falsi, con entrate fittizie gonfiate a dismisura per coprire spese certe”. Angelo Spina ha rivendicato al Consiglio comunale l’atto di indirizzo per la conversione della casa albergo in sede degli uffici comunali: “Senza questo atto - ha detto - la casa albergo sarebbe stata un’altra incompiuta”.



Pungente la lettera firmata dagli artigiani in cui gli stessi rivendicano di avere lavorato per la nuova sede anche nei mesi estivi, di sabato e domenica mentre “Alcuni evidentemente erano intenti a godersi ferie e bagordi piuttosto che interessarsi della gestione dei beni pubblici e degli interessi della collettività. Meno male -dice la lettera - che l’avvicinarsi di scadenze elettorali suscita interesse per la cosa pubblica, in chi per mesi ha manifestato totale disinteresse”.
La missiva riferisce che durante i lavori era presente solo un dirigente e alcuni suoi collaboratori.  Secondo gli artigiani, i giarresi devono essere orgogliosi di avere un’opera compiuta: la nuova sede rappresenta la laboriosità professionale delle maestranze locali. Gli autori della lettera affermano altresì di avere rifatto i lavori anche più volte, senza protestare per il tempo impiegato e per le spese sostenute per i materiali, oltre che per i tempi brevi entro i quali si esigeva il completamento dei lavori. Gli artigiani precisano che nessuno ha chiesto loro “pizzi” e si dicono dispiaciuti del fatto che la struttura sia diventata occasione di chiacchiere da taverna. 
Maria Gabriella Leonardi 
13 marzo 2013

Commenti

Anonimo ha detto…
E' finita l’era Sodano a Giarre Sei candidati in corsa Nel comune capofila ionico etneo affollata corsa alla poltrona di primo cittadino. Il frammentato quadro politico lascia presagire una competizione difficile e accesa. Il quadro delle candidature a sindaco di Giarre è ormai completo. A contendersi la fascia tricolore saranno ufficialmente in sei. Il centrosinistra è stato l’ultimo a sciogliere le riserve con la travagliata candidatura di Salvo Patanè, giunta ieri dopo l’ennesima assemblea degli iscritti del Pd. E’ stato il commissario provinciale Enzo Napoli a proporre, ottenendo una convergenza quasi unanime, il consigliere provinciale Patanè. Per Gaetano Bonanno, militante di “Un’altra storia” di Rita Borsellino e sponsorizzato da Tania Spitaleri ed Enzo Cubito, l’ala sinistra del Pd, il ruolo di vice sindaco designato. Bonanno non ha ancora accettato, prendendosi 48 ore di tempo per riflettere. Quattro le liste che con ogni probabilità sosterranno Salvo Patanè: il Pd, Sel, il Megafono e Giarre-sì, la lista del candidato sindaco.
Tribolata anche la candidatura, ufficializzata dieci giorni fa, di Roberto Bonaccorsi per il centrodestra. Il vicesindaco di Catania, dopo lunghe trattative con il senatore del Pdl Pippo Pagano, ha sciolto le riserve dando piena disponibilità al progetto politico. Cinque le liste che sostengono oggi Bonaccorsi ma si sta lavorando per raggiungere quota sei. L’unico partito sarà il Pdl e poi quattro liste civiche, quella di Mario Cavallaro, già candidato sindaco, di Claudio Raciti, ex assessore giarrese, di Salvo Camarda, vicino all’area “dagostiniana”, e quella direttamente sponsorizzata da Roberto Bonaccorsi. Da tempo sono in corsa, invece, Salvo Andò, ex ministro della Difesa, Salvino Barbagallo, ex assessore regionale agli Enti locali, e Angelo D’Anna, per anni portavoce della rete delle associazioni. Andò sarà sostenuto da quattro liste civiche e avrà al suo fianco, Salvo Vitale, sconfitto al ballottaggio alle scorse comunali, e già designato vicesindaco in pectore. Queste le liste a sostegno dell’ex ministro: “Per un'altra Giarre”, del candidato sindaco, “Vitale per Giarre”, la lista dell’ex assessore al bilancio, “Democratici Riformisti per la Sicilia”, che porta il nome del gruppo all’Ars creato dallo stesso Andò, ed una quarta dei giovani. Ma si starebbe lavorando anche ad una quinta e ad una sesta. All’ex ministro si starebbe avvicinando timidamente il sindaco uscente Teresa Sodano. L’unica lista civica di sostegno alla candidatura dell’ex deputato all’Ars Salvino Barbagallo sarà “Cambiamo Giarre”, composta per buona parte da giovani.
L’avvocato Angelo D’Anna, invece, sarà supportato dalla lista civica “Città viva”, espressione del mondo del lavoro, delle professioni e del volontariato cattolico. Tutti e cinque, però, dovranno fare i conti con Francesco Spina, il candidato del Movimento 5 Stelle, diventato la seconda forza cittadina alle scorse politiche. Il funzionario della Ferrovia Circumetnea, scelto all’unanimità dall’assemblea degli attivisti giarresi, sarà sostenuto da un’unica lista, i cui componenti sono stati scelti attraverso il web, con le consiliarie. Un’affollata campagna elettorale a Giarre, i cui risultati non sono affatto scontati.