Che fine hanno fatto i soldi per la scuola media di San Giovanni Montebello


Che fine ha fatto il finanziamento per la scuola media di San Giovanni Montebello? Lo chiede il consigliere provinciale del Pd Salvo Patanè, candidato sindaco alle prossime amministrative.
Nel 2011 il sindaco e alcuni componenti della giunta avevano sottoscritto un protocollo d'intesa con l’istituto comprensivo “G.Ungaretti” per aderire  a un  bando del Ministero della pubblica istruzione che finanzia progetti per la riqualificazione degli edifici scolastici. Erano stanziati 350 mila per ogni scuola; la media “Macherione” e la media “Ungaretti” di S.Giovanni erano state entrambe ammesse a finanziamento. Ma mentre per la “Macherione” tutto sembra avviato a buon fine, per la scuola di San Giovanni non se ne sa più nulla.
Sulla questione il sindaco Teresa Sodano ci ha detto: «Il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo, Vincenzo Ginardi, a cui appartiene il plesso di S.Giovanni, ci ha comunicato di non avere interesse a questo finanziamento che doveva essere gestito direttamente dalla scuola. Il dirigente ha trasferito gli alunni  nel plesso di via Trinacria. L’amministrazione sta valutando interventi migliorativi della struttura, per renderla comunque fruibile anche se non per  fine didattici». Il finanziamento comunque è perso.
Polemico Patanè: «Avendo il sindaco altre idee per la scuola di S.Giovanni, ha mandato avanti senza opporvisi, il determinismo del dirigente Ginardi. Ci dice solo adesso che abbiamo scoperchiato la pentola, che i soldi non ci sono più. E con quali risorse intende restituire agibilità alla scuola? Non è una domanda che si pone perché la verità, è tutta nel doppio fondo della valigia che tirerà fuori per il gran finale.  Nei piani del Sindaco, non c'è la scuola, non c'è ovviamente San Giovanni».
Maria Gabriella Leonardi

La Sicilia 6 marzo 2013

Commenti

Anonimo ha detto…
ecco i soldi per scuola media che fine hanno fatto:
Quattro utenze nel mirino Indaga anche la commissione Sono quattro le utenze telefoniche costate al comune di Giarre cifre imbarazzanti. Il record è di un agente di polizia municipale che in poco più di un anno ha speso oltre 25mila euro. GIARRE. Ieri è stata la prima giornata di lavoro per la commissione consiliare d’indagine denominata “trasparenza atti”. All’ordine del giorno lo scandalo bollette telefoniche. Il primo atto ufficiale della neonata commissione, riunitasi con i revisori dei conti, è stata la richiesta di trasmissione dell’elenco di tutti i dipendenti comunali e dei corrispondenti numeri di telefono. Già domani i dati potrebbero essere consegnati dai competenti uffici comunali alla commissione. Ma intanto si fa sempre più nitido il quadro delle spese sostenute dall’ente nell’arco temporale compreso tra ottobre 2011 e dicembre 2013 per alcune utenze telefoniche. Le fatture più costose corrispondono al numero in uso all’agente di polizia municipale Giuseppe Trischitta, costate all’ente in poco più di un anno una cifra pari a 25mila e 400 euro. Il vigile urbano, figlio di Salvatore Trischitta, caposervizio nell’Ufficio finanziario del comune ionico, contattato nei giorni scorsi ha detto di non aver nulla da dichiarare in proposito. Colpiscono in particolar modo gli importi raggiunti dal dicembre 2011 al maggio 2012. Queste le cifre dei tre bimestri: 7.700, 7.481 e 7.407 euro.
Altri importi anomali sono quelli registrati dall’utenza in uso al dirigente della IV area, Venerando Russo. Negli stessi bimestri precedentemente elencati le somme raggiunte sono: 4.500, 5.100 e 5.300 euro. In un anno e due mesi la cifra complessiva è di 16mila e 200 euro. Il dirigente ha già dichiarato di essere stato avvisato all’epoca di queste fatture spropositate e di aver provveduto, una volta informato, alla disattivazione dell’accesso ad internet e dei sistemi wap e roaming. Non raggiungono cifre così sconcertanti ma fanno comunque discutere anche i costi delle utenze telefoniche in uso al geologo dell’ufficio tecnico comunale, Silvestro Menza, e al capo di gabinetto del sindaco, Serena Cantale. Entrambi, sempre nell’arco di un anno e due mesi, sono costati al comune poco più di 3800 euro ciascuno. L’utenza utilizzata da Menza solo nel bimestre agosto-settembre 2012 ha registrato un traffico pari a 1.197 euro; quello in uso alla Cantale, invece, 1.085 euro nel bimestre agosto-settembre 2012.
Nulla a che vedere con le cifre precedenti ma comunque considerevoli se pensiamo che in un solo bimestre entrambi hanno speso più di quanto abbia fatto il primo cittadino Teresa Sodano in un anno e due mesi e cioè meno di 1.000 euro. “Non nego di essermi collegato ad internet – ha dichiarato Silvestro Menza - ma non sapevo che i costi gravassero sull’ente. Non posso usare questa scheda per telefonate private, per farlo devo immettere un codice. Sono abilitato a chiamare solo i numeri del comune e quelli in uso ai dipendenti comunali. Partendo dal presupposto che con questo telefono le chiamate private sono a mio carico ho dedotto che lo fosse anche internet”. Il geologo dell’Utc mostra il telefono per fugare ogni dubbio sulla tipologia dei siti internet visitati. “Come vede – prosegue Menza - i siti più visitati sono l’Ansa, una stazione sismica dell’Ingv, il traduttore, le notizie dalla Sicilia e l’osservatorio meteorologico di Giarre. Nessuno mi ha informato che le spese di navigazione erano a carico del comune e non ho mai firmato un contratto nel quale potessi vedere cosa era a carico dell’ente. Tra l’altro – prosegue il geologo - le fatture non mi vengono inviate nemmeno per conoscenza, per cui non mi sono proprio reso conto. Se lo avessi saputo, dopo il primo importo di 358 euro, avrei chiesto di bloccare tutto. Non voglio accusare i colleghi – conclude con rammarico Silvestro Menza - ma avrei gradito che mi fossero comunicate queste cifre”.