Artigiani dell'Ula stanno organizzando manifestazione di protesta per il 17 febbraio


Gli artigiani dell’Unione liberi artigiani di Giarre scenderanno in piazza la domenica precedente le elezioni politiche, il 17 febbraio, per protestare contro tutto ciò che sta bloccando l’economia: dall’aumento indiscriminato delle tasse alle banche che investono i soldi dei piccoli risparmiatori nei “loro” affari e non nell’economia reale, contribuendo così alla chiusura di tante alle imprese.
Di questo si è discusso ieri sera nella sede dell’Ula di Giarre nel corso di una riunione. «La manifestazione di protesta – ha detto il presidente dell’Ula Diego Bonaccorso – si terrà il 17 febbraio, fermo restando l'ottenimento delle autorizzazioni da parte degli organi preposti. Sarà un’azione di lotta per lo sviluppo a cui invitiamo a partecipare tutti i sindaci della provincia di Catania. L'iniziativa sarà aperta anche ad altre categorie e l’intendo è quello di smuovere le acque per un’inversione di tendenza, visto che la tendenza attuale sta portando le imprese artigiane a morire».
Ieri sera, per intanto, alla manifestazione sono stati invitati a partecipare gli artigiani insieme alle loro famiglie, alle loro manovalanze e ai loro mezzi. L’iniziativa di protesta – come spiega un volantino - vuolescuotere le coscienze della politica e degli amministratori «affinche’ rivedano l’attuale disastroso sistema e immettano/modifichino tutte quelle  normative, delibere e circolari che stanno portando al collasso il sistema imprenditoriale e quello italiano». Gli artigiani dell’Ula chiedono, in particolare, ai partiti di tener conto nei loro programmi, di tali catastrofi e di dimostrare, «non con le solite parole elettorali, ma con fatti concreti, come e se  intendono debellarle».
 «Nessun partito – spiega Aldo Schilirò – sta dicendo cosa intende fare per risolvere i problemi degli artigiani e molte piccole imprese negli ultimi periodi sono tentate di chiudere perché non riescono a mantenere il personale per mancanza di lavoro, per la tassazione arrivata agli estremi, per la concorrenza delle multinazionali, oltre che per il lavoro abusivo». Salvatore Toscano, vicepresidente dell’Ula soggiunge: «Siamo piccole imprese, viviamo del lavoro che ci chiede la gente ma, ultimamente, il lavoro ci viene a mancare: le persone sono spaventate dalle tasse e anche chi ha risorse economiche non spende. Non vediamo come i partiti intendono aiutare le piccole imprese. Chi ha fatto investimenti non è in condizione di restituire alla banca il prestito».
30 gennaio 2013
Maria Gabriella Leonardi

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