Più fame c'è, più si gioca: le vittime del vizio del gioco a Giarre

Se c’è un’attività che non risente della crisi è il gioco d’azzardo, le lotterie e le scommesse. Anche a Giarre si sono moltiplicati agenzie e centri scommesse . Ma in questo ci colpa anche lo Stato italiano che per fare cassa inventa nuovi giochi a premi e lotterie puntando quindi su una debolezza dei suoi cittadini che può diventare anche un vizio.
Lo Stato poi si contraddice pure, visto che un recente decreto del ministro alla sanità Balduzzi, convertito in legge,  aggiorna i Livelli essenziali di assistenza, tenendo conto anche di nuove patologie tra cui la “ludopatia”. Centri scommesse, ma anche i tabacchini che vendono i tagliandi delle lotterie istantanee, devono esporre adesso un’informativa contenente una serie di indicazioni, che servono per capire se la passione del gioco è diventata patologica, con l’elenco delle strutture territoriali che trattano le dipendenze patologiche. «L’Asp di Catania ha recepito subito la normativa – afferma  il dott. Carmelo Mazza Direttore del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Asp 3 – chi gestisce strutture ove si pratica il gioco deve esporre l’informativa sui rischi del gioco d’azzardo patologico e che può essere scaricata dal sito dell’Asp www. aspct.it».
L?ingresso della sede del Sert a Giarre
A Giarre la struttura preposta a trattare la dipendenza dal gioco è il Ser.t., Servizio Tossicodipendenze, che si trova nel vecchio ospedale, con ingresso da piazza Giovanni Verga  n.9. Il responsabile è il dott.Salvo Di Dio che spiega: «Trattiamo già persone affette dal vizio del gioco, una patologia che è in fase di conoscenza e che da molti non è ancora ritenuta una malattia, anche per timore dell’ “occhio sociale”».
I casi trattati dal Ser.t. di Giarre sono circa una decina, per la maggior parte uomini, in linea con il trend nazionale.
«Con le persone che seguiamo – aggiunge il dott. Di Dio – teniamo colloqui di psicoterapia individuale o con le famiglie dei giocatori. Ove fosse necessario, sono possibili anche trattamenti con farmaci». Tra i casi seguiti dal Ser.t di Giarre anche qualcuno che è incappato nei giochi on line. Il dott. Di Dio spiega che alla dipendenza non si arriva mai per caso e che c’è una sorta di predisposizione; e poi stigmatizza programmi tv e gli spot che incentivano al gioco: «Si stimola – spiega il medico – chi gioca per indigenza, chi non lavora, chi non ha denaro, prospettando la possibilità di arricchirsi facilmente. Ricordo quanto mi disse un pensionato che tanti anni fa vidi scommettere 200mila lire su una schedina: “Più fame c’è, più si gioca”». 
mgl

10 gennaio 2012

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