Il garante dei diritti dei detenuti Fleres al carcere di Giarre: «Che non si sprechi il patrimonio strutturale della casa circondariale di Giarre»


«Che non si sprechi il patrimonio strutturale della casa circondariale di Giarre». E’ questo l’auspicio del sen.Salvo Fleres,  Garante dei diritti dei detenuti, in visita, la vigilia di Natale, nel penitenziario di via Foscolo.
Il sen.Fleres ha portato gli auguri al personale del carcere e ai detenuti e ha personalmente illustrato due proposte di legge di loro interesse: «Una – ci spiega – riguarda le pene alternative ma, a livello nazionale, si ritiene che non porterà grandi cambiamenti perché interesserà 500 persone in tutta Italia. La seconda proposta di legge, invece, riguarda lo sconto di pena e prevede di portare da 45 a 60 giorni lo sconto di pena per buona condotta. Questa seconda proposta di legge  inciderebbe su 5-6000 detenuti in Italia».
Secondo il garante Fleres, la casa circondariale giarrese è in condizioni migliori rispetto a tante altre strutture, sia per quanto riguarda l’affollamento, sia per ciò che concerne la situazione strutturale: «I problemi che qui ho riscontrato sono di natura trattamentale – spiega – e non riguardano solo Giarre». Il senatore fa riferimento alle serre e ai laboratori per la creazione di prodotti artigianali: «Se ci fossero le risorse – spiega il sen.Fleres – i detenuti potrebbero svolgere in maniera differente la loro pena, la carenza di fondi ha, purtroppo ridotto le capacità trattamentali». La casa circondariale di Giarre, tra l’altro, è anche Istituto a custodia attenuata e ospita detenuti tossicodipendenti che hanno chiesto di partecipare volontariamente ad un programma di recupero e riabilitazione: il lavoro nelle serre e nei laboratori è una fondamentale attività di recupero. Secondo il senatore Fleres con un  piccolo investimento, anche di una decina di migliaia di euro, potrebbe dare slancio alle attività nelle serre e nei laboratori. E l’attività artigianale e agricola gioverebbe al reinserimento dei detenuti, una volta usciti dal carcere. In questo ambito, la competenza per l’erogazione di questi fondi spetterebbe al Ministero della Giustizia o al fondo della Cassa delle Ammende. Secondo il senatore Fleres il rilancio delle attività nelle serre e nei laboratori potrebbe rendere la casa circondariale di Giarre un esempio anche per altre. Da qui l’auspicio che il patrimonio strutturale di Giarre non venga perduto.
27 dicembre 2012
Maria Gabriella Leonardi

Commenti

Anonimo ha detto…
Parlando di infrastrutture fatiscenti, so che le chiedo troppo, ma io ci provo.
Un paziente ricoverato presso l’Eccellenza del nuovo Ospedale Garibaldi di Catania, per l’estrazione di una vena varicosa. Ricoverata il venerdì, il sabato si effettua l’operazione, la domenica dovrebbe essere dimesso ma!!!! La domenica non ci sono medici nel reparto quindi se ne parla Lunedi. Il paziente la domenica pomeriggio sta male, informa l’infermiere, richiedendo un medico, l’infermiere riferisce che in merito al malore era normale e che per quanto riguardava il medico purtroppo lui era da solo e non vi era nessun medico. Alle 18.30 anche i familiari del paziente richiedevano l’intervento di un medico, visto lo stato confusionale dello stesso, ma anche in questo caso ricevevano risposta “ non ci sono medici fino a Lunedi”. Solo dopo una telefonata alle forze dell’ordine fatta all’infermiere permetteva l’arrivo di un medico, in quanto l’unico che si trovava ad operare al pronto soccorso. Grazie a questo medico che procedeva ad un immediata TAC alla paziente, riscontrando alla stessa un principio di ischemia. A questo punto Il paziente si trova ancora ricoverato il questo ospedale, e il responsabile di reparto ha consigliato al paziente di non spostarsi in altro reparto???. Vorrei fosse lei a dare una definizione a questo episodio..
Preciso che in questo ospedale sia ieri pomeriggio verso le ore 15.00, e oggi verso le ore 14.00, alcuni familiari dei pazienti sono rimasti bloccati in ascensore. Saluti e buon lavoro. -
Vi consiglio di scrivere una lettera alla rubrica Lodico a La Sicilia... inviando una mail a cronaca@lasicilia.it... vi dovranno rispondere.
Spero il paziente stia bene
mgl
Anonimo ha detto…
la ringrazio per il prezioso consigio. il paziente oggi è stato dimesso, ma il referto medico rilasciato dalla dottoressa, dove spiegava le dovute cure da fare a casa, era di un'altro paziente. quindi, dopo averli congedati dopo circa un paio d'ore la dott. contatta il paziente riferendogli di ritornare all'ospedale per la sostituzione della cartella di dimissione.- la ringrazio ancora per la sua pazienza e disponibilità. saluti
Anonimo ha detto…
La Sicilia è al secondo posto nei casi di malasanità. Secondo l’indagine svolta dalla commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari – che a Roma ha presentato la relazione di fine legislatura – l’isola è al secondo posto dopo la Calabria nella classifica delle regioni. Con 84 morti sospette in tre anni, la Sicilia registra il più alto numero di casi di malasanità. Erano 66 a fine 2011 e sono 18 in più.
Il report raccoglie i dati sulle morti avvenute in corsia per presunti errori dei medici o disorganizzazione del sistema: dall’aprile 2009 al dicembre 2012 la commissione ha conteggiato, attraverso denunce sui giornali o segnalazioni dirette, 117 casi di malasanità nell’Isola, di cui 84 con morte del paziente. Dati allarmanti, che confermano un trend negativo: anche l’anno scorso la Sicilia era ben salda al secondo posto della classifica.
L”inchiesta ha evidenziato anche il deficit finanziario nel settore della sanità e una situazione debitoria nella maggior parte delle aziende sanitarie: 12 su 17 hanno chiuso i bilanci in attivo per un totale di quasi nove milioni di euro, mentre le altre cinque hanno chiuso con un passivo complessivo di oltre 33 milioni di euro.
La situazione più grave riguarda l’Asp di Messina, che perde 17,4 milioni di euro, seguita da Catania (6,5 milioni) e Siracusa (4,3 milioni). In rosso anche il Policlinico di Catania (2,4 milioni di euro), e il Civico di Palermo (2,2 milioni).
Sono sempre di più i siciliani che decidono di farsi curare al Nord e di non affidarsi alle cure dei medici siciliani. Soprattutto in Lombardia: solo nel 2012 sono state richieste ed eseguite più di 910mila prestazioni sanitarie.
Anonimo ha detto…
Ho cercato questo spazio per raccogliere i miei articoli pubblicati che, altrimenti, andrebbero perduti. Per scrivere un articolo ci soldi, ricerche, identificarsi, incontri...elementi preziosi che non compaiono sul giornale. La vita di un articolo è breve, dura solo un giorno: spero questo blog allunghi questa vita e sia uno spazio ove chi lo desidera dica la sua. Magari servirà per ricerche e approfondimenti senza rimandare ad altri quotidiani. Buona giornata.
Anonimo ha detto…
LIVESICILIACATANIA
Rischiava un'ischemia chiama il 113 per farsi curare
Lunedì 28 Gennaio 2013 - 20:37 di Federica Campilongo
Rischiava un'ischemia celebrale, non c'erano medici in corsia e per farsi curare ha dovuto chiamare le forze dell'ordine. Ecco il racconto di un lettore di LiveSiciliaCatania di un giorno di ordinaria malasanità all'Ospedale Garibaldi Nesima. Pellicanò, manager dell'azienda ospedaliera conferma: “Ho disposto un'indagine interna”
CATANIA – Un banale intervento, l’estrazione di una vena varicosa, poteva trasformarsi nell’ennesimo caso di malasanità all'Ospedale Garibaldi Nuovo. La denuncia, segnalata da un nostro lettore, punta il dito verso il nosocomio catanese.

La cronaca. Era l'11 gennaio 2013, un sabato, quando la paziente subisce l’intervento per l'estrazione di una vena varicosa. Terminata l'operazione l'infermiere di turno avrebbe sostenuto, secondo la denuncia del lettore a LiveSicilia Catania, che la donna poteva essere dimessa subito. "La domenica non ci sono medici in reparto" avrebbe aggiunto, però, l’infermiere ai familiari della degente. Le dimissioni, dunque, dovevano essere posticipate al lunedì successivo.

La paziente dopo qualche ora inizia a manifestare dei dolori, tanto che la domenica, denuncia dei forti malori e, sempre secondo il racconto del lettore, si sarebbe rivolta all'infermiere di turno ch, però, avrebbe risposto: “Il dolore è normale a causa dell'intervento, non si preoccupi, purtroppo sono solo in reparto, non ci sono medici fino a lunedì". Ma il dolore persiste e aumenta di ora in ora.

La situazione si aggrava e i familiari decidono di chiamare la polizia. Ed è solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine che sarebbe stato possibile rintracciare l'unico medico reperibile poiché in servizio al pronto soccorso. Un medico otorino che visita la donna e la sottopone ad una tac. “Ringraziamo questo medico – affermano i familiari – poiché grazie alla Tac è stato riscontrato alla paziente un principio di ischemia”.

La donna che doveva essere dimessa l'indomani, invece, viene trattenuta in ospedale. “Siamo senza parole - commentano i parenti - Come è possibile che si verifichino questi atti di completa negligenza? Durante quelle giornate siamo rimasti più volte bloccati in ascensore per più di 30 minuti. E come se non bastasse, al momento delle dimissioni, è stata rilasciata, - raccontano - per sbaglio, la cartella clinica di un'altra paziente”.

Dall’Ospedale arriva la replica. “La Direzione Generale dell’Arnas Garibaldi, ha subito dato incarico al Direttore Sanitario del Presidio di Nesima di disporre una specifica indagine interna –dichiara il Direttore Angelo Pellicanò a LiveSiciliaCatania- per verificare quanto accaduto e se vi siano stati errori sulle procedure adottate dalla struttura nella fase di ricovero, di assistenza e di dimissione".