Studenti dell'Ipsia Majorana-Sabin in autogestione

foto tratta dalla pagina Facebook dell'Ipsia Majorana-Sabin

La loro scuola da un anno ha i laboratori chiusi e non può garantire loro la formazione professionale per cui vi si sono iscritti. E loro, da questa settimana, sono in autogestione, e non è la solita scusa per non studiare perché la didattica è al centro dell’autogestione. Stiamo parlando degli studenti dell’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Majorana –Sabin” di Giarre. I quattro rappresentanti d’istituto dei due plessi  della scuola spiegano cosa sta succedendo. «In prosecuzione dell’attività di protesta – dice Antonino Aci  -  da lunedì gli studenti della sede Majorana del nostro istituto, hanno avviato le azioni di autogestione, ponendo l’accento sulla didattica, che, ahimè, non ci viene garantita da oltre un anno, per l’inagibilità dei laboratori. L’aspetto fondante di tutta la didattica degli istituti professionali – sottolinea - è quello laboratoriale, che ci offre l’opportunità di vedere, imparare e sporcarci le mani». «Con questa azione – aggiunge Fabiano Orfila  - gli studenti della sede “Majorana” di viale Libertà hanno raccolto l’adesione anche di tutti gli studenti della sede “Sabin” di corso Europa. Vogliamo dimostrare agli enti preposti e destinatari delle richieste, nonché all’opinione pubblica, che non si può più tornare indietro. Non basteranno informali rassicurazioni verbali da parte dei responsabili delle istituzioni, chiediamo fatti, azioni dirette a sanare tutte le problematiche aperte da troppo tempo, da prima che noi alunni di oggi nascessimo».
Mirko Minaldi precisa l’intenzione matura che gli studenti vogliono assumere in questa protesta: «Il tempo – dice - gioca un ruolo fondamentale. Porremo l’accento sulla formazione didattica, in modo da non sprecare ulteriore tempo alla nostra formazione che nessuno ci restituirà». I ragazzi sanno bene che perdere del tempo sarebbe per loro un boomerang: «Le attività di autogestione non saranno occasione di “calia” – conclude Mattia Alfonso - ma opportunità di formazione, di didattica aggregativa. Individueremo occasioni ed argomenti tematici che interesseranno più classi con indirizzi e specificità diverse».
Mentre i ragazzi con l’autogestione protestano per rivendicare il loro diritto ad avere a scuola laboratori sicuri e in cui potere svolgere attività didattiche e reclamano che con urgenza la Provincia regionale di Catania esegua i lavori di ripristino, il dirigente scolastico, prof.ssa Monica Insanguine, segnala di avere ricevuto una richiesta da parte della stessa Provincia affinchè in Consiglio d’istituto si parli della possibilità di concedere la palestra dell’istituto a società sportive esterne. Eppure, come già segnalato dalla dirigente e dal responsabile della sicurezza, senza i necessari interventi di manutenzione da parte della Provincia, anche la palestra è a rischio di chiusura.
21 novembre 2012
mgl

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