Protesta degli autotrasportatori al casello di Trepunti

Fa un freddo pungente e dal casello autostradale si vede che sull’Etna la neve è bassa. Ma il freddo non dissuade gli autotrasportatori fermi, con i loro camion, le loro motrici, i loro furgoni sul piazzale all’ingresso del casello autostradale di Giarre, intenti a portare avanti la loro protesta sino a venerdì 20 gennaio. Tra di loro si danno il cambio. Qualcuno di loro è anche disposto a manifestare anche dopo, a oltranza, finchè non si otterranno dei risultati concreti. 
Le auto che entrano o escono dal casello possono passare senza problemi; una pattuglia dei carabinieri e un’altra dei vigili urbani presidiano la zona. «Non siamo solo autotrasportatori – dice uno dei manifestanti – ci sono con noi anche contadini e commercianti». «E’ una manifestazione autorizzata e infatti ci sono i carabinieri e i vigili urbani a presidiare», sottolinea un altro autotrasportatore. 
Si discute su quello che sta succedendo, su come si sta allargando la protesta nell’isola e sul da farsi. Le raffinerie sono state bloccate e i manifestanti si aspettano che, nell’arco di qualche giorno, non ci saranno auto in circolazione e resteremo tutti a piedi. 
Sui camion sono stati appesi i manifesti del movimento “Forza d’urto”, ma i presenti ci tengono a precisare che tra loro non c’è un capo e che sono tutti alla pari. 
Intorno alle 14 i manifestanti pranzano sul piazzale antistante il casello con dei panini e qualche bevanda per riscaldarsi. Uno di loro, Vincenzo Trovato, spiega le ragioni di questa protesta: «il gasolio è troppo caro, le autostrade, le tasse, l’assicurazione sono diventate troppo care e i nostri guadagni si sono ridotti. Ci si priva di tante cose. E’ come se fossimo su delle sabbie mobili: appena ci muoviamo andiamo giù». Qualcuno di loro, un commerciante, vende poco e si dice prossimo al fallimento. Ascoltandoli viene da pensare che si tratta di problemi diffusi, ormai, tra la gente e che chissà a quanti cittadini viene voglia di protestare: sarà questo l’inizio?
Nel pomeriggio, dinanzi alla piazza di Trepunti un presidio di trenta, quaranta manifestanti ferma, su entrambi i sensi di marcia, i furgoncini che transitano sulla nazionale. Rispetto alla mattina e al giorno precedente questo presidio è cresciuto. Il traffico veicolare rallenta un po’, ma si cammina. Quando arriva un furgoncino i manifestanti gli si mettono davanti e invitano il conducente a sostare sulla piazza di Trepunti, per mezz’ora, un’ora. La piazza si popola di furgoni, da quello del pittore a quello del pescivendolo. Oggi la protesta continua.

Maria Gabriella Leonardi

18 gennaio 2012

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