Finisce con il rimpatrio un caso di sottrazione internazionale di una bambina giarrese

Si chiama "sottrazione internazionale di minore" l’atto con cui un genitore decide volontariamente e senza il consenso dell’altro, di sottrarre il figlio all’altro genitore, con per nasconderlo e tenerlo con sé in modo permanente. Il fenomeno è cresciuto negli ultimi anni, di pari passo con l’aumento dei matrimoni misti tra persone di nazionalità diversa. Difficile in questi casi il rimpatrio del bambino nella sua residenza abituale, precedente alla sottrazione, spesso perché si sconoscono le convenzioni internazionali che regolano questi casi.
E’, invece, andato a buon fine un caso seguito dall’avv. Patrizia Pellegrino dello studio Ruggieri di Catania e riguardante una sottrazione internazionale di una bambina di 7 anni di Giarre, che chiameremo con un nome di fantasia, Francesca. 

Un anno fa, la madre di Francesca, mentre era in corso la procedura di separazione dal padre della bambina, ha portato via la figlioletta in Germania; in un primo momento la donna ha detto che Francesca sarebbe rientrata in tempo in Italia per tornare all’asilo, ma poi così non è stato. Da allora il padre non ha più rivisto Francesca.
Ricorrendo alla convenzione de l’Aia sulla sottrazione internazionale di minore, l’avv. Pellegrino ha attivato una procedura presso il ministero della Giustizia ove un’apposita “Autorità centrale convenzionale” si occupa di questi casi. Questa Autorità, attraverso il magistrato competente, ha contattato l’autorità tedesca omologa la quale, ricorrendo anche a controlli della Polizia di Stato, ha individuato il luogo dove si trovava la donna. E’ stato, quindi, in questi giorni, disposto il rimpatrio della bimba, riportata in Sicilia direttamente dal padre. La mamma è rimasta in Germania e potrà rivedere la figlia quando vuole, ma in Italia: «per lo Stato, infatti -  spiega l'avv. Patrizia Pellegrino - l’allontanamento di un bambino dal luogo di origine, senza il consenso dell’altro genitore, è considerato pregiudiziale». Il padre e la madre di Francesca, entrambi con meno di trent’anni, sono in attesa della sentenza di separazione. Frattanto, un tribunale italiano ha disposto l’affidamento condiviso, cioè entrambi i genitori sono responsabili della bimba, ma in Italia.
Le storie dei figli contesi tra genitori separati o divorziati sono già difficili quando i genitori vivono e appartengono allo stesso Stato, diventano ancor più complicate quando si verificano in contesti internazionali. L’avv. Pellegrino spiega la rilevanza di questo caso: «E’ importante sapere che quando si teme che un bambino venga portato all’estero da uno dei genitori, senza il consenso dell’altro, occorre attivare al più presto la procedura de l’Aia e iscrivere il bambino al Sistema di informazione Schengen (SIS)». 


Maria Gabriella Leonardi

gennaio 2012

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