Commerciante che si era rifiutato di pagare il pizzo e a cui malavita aveva incendiato il locale risarcito dallo Stato

E’ stato risarcito dallo Stato un commerciante di Giarre che si era rifiutato di pagare il pizzo e a cui la malavita aveva incendiato il locale. Il commerciante è socio dell’A.si.a, Associazione siciliana antiracket, presieduta da Salvo Campo. In un comunicato è la stessa associazione antiracket che annuncia come un suo socio «preso di mira dalla banda del “pizzo”, dopo aver subito l’incendio del proprio locale perché rifiutatosi di cedere alle richieste, è stato celermente risarcito dallo Stato e messo nella condizione di riavviare l’attività al più presto».
In una notte dello scorso anno, il commerciante era stato avvisato che le fiamme stavano divorando il suo esercizio commerciale. Si trattava di una punizione ad opera di ignoti malviventi ai danni dell’imprenditore che si era rifiutato di aderire alle richieste estorsive. Un segnale per l’imprenditore ma, come avviene in questi casi, anche per gli altri colleghi.
Oggi, invece, è la legge che dà un segnale opposto. L’importo che l’imprenditore ha ricevuto, infatti, dallo Stato copre i danni subiti a seguito dell’incendio e in pratica lo rimette in condizione di potere riaprire la sua attività economica. Nel giro di qualche mese, l’esercizio sarà nuovamente aperto.
Si tratta di un segnale incoraggiante per tutti gli operatori economici della zona perché abbiano fiducia nelle Istituzioni e non abbiano paura di chi vuole vivere alle loro spalle, sulla loro paura e sui frutti del loro lavoro conquistati a fatica.
Sulla vicenda, il presidente dell’A.si.a, Salvo Campo, sottolinea, una volta di più quanto non denunciare chi viene a chiedere il pizzo sia controproducente: «La piena collaborazione con i Carabinieri, non solo ha portato all’arresto dell’autore del gesto criminale, ha reso vano l’atto di ritorsione perché l’azienda verrà riaperta al più presto con i fondi di solidarietà governativi, ma farà il commerciante più forte e coraggioso di prima, non avendo egli perduto la dignità e la libertà. Denunciare premia – sottolinea il presidente dell’A.si.a - e pagare non paga».
Maria Gabriella Leonardi

12 giugno 2011

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