L'Ato Joniambiente

Una società in liquidazione, due gare di appalto andate deserte, la ditta appaltatrice che lavora in proroga e che per due volte ha annunciato che lascerà il servizio. Gli effetti della riforma degli Ato e le conseguenze della transizione sono evidenti nell’Ato Ct1 Joniambiente. Appena emanata la legge di riforma degli Ato, l’assemblea dei soci, come chiesto dalla legge, ha messo in liquidazione la società. Ma – come puntualizzano dalla Joniambiente - in Sicilia altri Ato sono ugualmente rimasti in piedi.


Scaduto il contratto con la ditta appaltatrice Aimeri Ambiente, l’Ato ha esperito due gare di appalto, ma entrambe sono andate deserte. L’appalto poteva durare solo sino ad aprile 2011, come previsto dalla legge, e per questo nessuna azienda trova economicamente conveniente investire in un appalto così breve. Joniambiente ha quindi chiesto alla Regione una deroga per potere indire una gara per un appalto che duri sette anni.

La ditta appaltatrice Aimeri lavora, quindi, in proroga e per due volte ha annunciato di lasciare il servizio. «La legge Brunetta – spiega il presidente del consiglio di liquidazione di Joniambiente Francesco Rubbino - vieta alle aziende che lavorano in proroga di partecipare ad altre gare». Per ovviare a questo inconveniente, l’assemblea dei soci, qualche giorno fa, ha votato all’unanimità l’indirizzo di emanare ordinanze sindacali che imporranno alla ditta di continuare il servizio.

Tutte queste vicende, molto tecniche, restano però lontane della maggior parte dei cittadini dei quattordici comuni dell’Ato Ct1: qui non si sono viste le montagne di rifiuti e i disagi che si sono verificati in altri comuni catanesi. Ma, specie nei comuni più popolosi, i cittadini chiedono servizi più efficienti: spazzamento, diserbo, raccolta differenziata regolari ed efficienti in tutte le strade, il lavaggio delle strade e dei cassonetti, specie in estate. Frattanto, invece, è aumentata la Tarsu.

Il presidente Francesco Rubbino, sottolinea: «Questa Ato non ha avuto un solo giorno di sciopero, abbiamo sempre pagato le discariche. Malgrado i ritardi nei pagamenti da parte dei Comuni, gli utenti non hanno patito alcun tipo di disagio e i dipendenti, tranne in alcuni casi, hanno percepito regolarmente gli stipendi». Questo è stato possibile anche grazie alle anticipazioni di cassa avanzate dall’Aimeri.

Il consiglio di liquidazione intende estendere a tutti i Comuni dell’Ato il progetto pilota di raccolta integrata dei rifiuti, sperimentato a Calatabiano e Maletto. Ma per far questo sono necessari finanziamenti regionali, in quanto dovrebbe essere effettuata la raccolta “porta a porta” che costa di più. Indispensabili poi controlli e sanzioni da parte delle amministrazioni verso chi non rispetta le regole.

Ma nell’attesa che la Regione risponda alle tante richieste di Jonaimbiente, si può sperare in un futuro migliore? Negativo il giudizio del presidente Rubbino: «la legge di riforma degli Ato per i tempi indicati e i ritardi che già si registrano non sarà di aiuto a migliorare il servizio, anzi, tutt’altro».

L’Ato Ct1 Joniambiente è costituito da un consiglio di liquidazione formato dal presidente Francesco Rubbino, dal vice Antonio Caruso e dal consigliere Giuseppe Cardillo. I soci sono 15: la Provincia di Catania e i comuni di Bronte, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Randazzo, Riposto, S.Alfio. La ditta appaltatrice è l’Aimeri Ambiente. I lavoratori dell’Ato sono 248. I crediti che l’Ato avanza dai soci ammontano a 16 milioni di euro. I comuni con isole ecologiche funzionanti sono: Bronte, Calatabiano, Castiglione, Fiumefreddo, Maletto, Piedimonte, Randazzo e Riposto. Chiesti finanziamenti alla Regione per ristrutturare le isole ecologiche di Linguaglossa e Mascali.
Maria Gabriella Leonardi
26 ottobre 2010

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