Stava tentando di rianimare un paziente giunto al pronto soccorso con un infarto esteso ma i parenti, in preda a un raptus, hanno sfondato la porta del pronto soccorso, hanno rotto il defibrillatore e l’hanno aggredita tentando di soffocarla. Nonostante ciò la dottoressa ha preso un secondo defibrillatore, ha proseguito la rianimazione riuscendo a salvare la vita al paziente. E’ accaduto nel pronto soccorso dell’ospedale “S.Giovanni di Dio e S.Isidoro” di Giarre. La dottoressa ha riportato contusioni ed ecchimosi sul viso e adesso è per qualche giorno a riposo. L’ospedale ha presentato denuncia per infortunio sul lavoro e sta valutando future azioni anche per ottenere il rimborso dei danni per il defibrillatore rotto e la porta spaccata. Il direttore sanitario del presidio, dott.Savatore Scala, esprime la massima solidarietà alla collega: «ha svolto il proprio lavoro con abnegazione, garantendo sopravvivenza al paziente. Ringrazio anche tutti i colleghi che, nonostante le difficoltà, lavorano garantendo efficienza alla struttura. Quanto accaduto alla collega è stato un grave atto di inciviltà».
La vile aggressione alla dottoressa è in contraddizione con la strenua difesa del nosocomio portata avanti a Giarre da istituzioni e società civile. Dura la presa di posizione anche del Tribunale dei diritti del malato il cui presidente, Giuseppe Patanè, in una lettera dichiara: «L’eccessivo attaccamento, l’amore morboso per un familiare e l’eccessiva crisi scaturita a seguito della grave malattia di un caro non giustificano violente aggressioni a medici, ad infermieri o a chiunque durante la loro pratica lavorativa giornaliera. Il Tribunale per i Diritti del Malato non vuole entrare nell’esatta dinamica dell’accaduto, che spetta sicuramente alla direzione del nosocomio, ma vuole denunziare all’opinione pubblica tutta la solidarietà possibile alla malcapitata dottoressa ed invita tutta la popolazione ad avere fiducia verso tutto il personale medico e paramedico in qualsiasi circostanza. I parenti dell’infartuato – conclude il Tdm - dovrebbero ringraziare pubblicamente la cardiologa che malgrado l’aggressione, con freddezza, non si è fatta cogliere da sconforto ed ansia e con tutta la sua professionalità è riuscita a rianimare e mettere in salvo il paziente».
Maria Gabriella Leonardi
1 giugno 2010
Commenti
Ciao
I medici del pronto soccorso si sentono carne da macello, dicono che a furia di parlare male della sanità e dell'ospedale chiunque si sente autorizzato a prendersela con loro.