Non dimentichiamo l' "Ospizietto"

Una volta l’anno, il venerdì santo, nella frazione di Altarello viene aperta la chiesetta detta dell’“Ospizietto”. Qui si stabilirono, tra il 1600 e il 1700, i frati cappuccini. A quel tempo, ad Altarello, diffondevano la devozione alla Madonna di Porto Salvo e raccoglievano offerte per i loro conventi. Col tempo, non potendo portare tutta la questua ad Acireale, per la troppa distanza, costruirono un magazzino ove raccogliere i prodotti della terra da consumare durante l’anno. Per sorvegliare il magazzino i frati a turno vi abitavano. Da questo deriva il nome “Ospizietto”. Qui nel 1740 venne pure ospitato il Beato Felice da Nicosia. Intorno al 1850, i cappuccini aprirono una piccola chiesa accanto all’Ospizio per consentire ai massari e agli agricoltori l’osservanza dei precetti religiosi, dato che le case di villeggiatura dei ricchi borghesi avevano l’oratorio privato. Nel 1866, l’allora arciprete del Duomo contrastò la messa nell’Ospizio, ma i frati, forti della protezione dei ricchi Floristella di Acireale, proseguirono la loro opera.
Oggi la chiesetta dell’Ospizietto si conserva su viale delle Province, ma è chiusa tutto l’anno perché ha bisogno di restauri al tetto. Nulla però si muove a livello istituzionale per recuperare questo luogo. La dott.Maria Grazia Costantino ha raccontato la storia dell’Ospizietto nella tesi di laurea e prima ancora il preside Sebastiano Fresta in un libro. Ma sono soprattutto alcuni abitanti di Altarello che hanno a cuore il recupero dell’Ospizietto e di ciò che rappresenta per questa comunità.
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su LA SICILIA del 9 aprile 2009)

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