In fila per la social card

La fila esce dall’ingresso del patronato Cgil e finisce per strada, sulla via Barbagallo, a ridosso di piazza Duomo. Dentro le persone sono assiepate: molte sono lì per compilare la domanda della social card. Per Vincenzo Cubito, responsabile del patronato Inca-Cgil di Giarre e Irene Leotta, responsabile della società dei servizi Caf-Cgil, dall’Immacolata a ora si saranno presentate per la social card circa un migliaio di persone, ma solo il 20% ne ha diritto: «è stata una grande illusione» affermano. «Le persone pur sapendo le difficoltà e le poche probabilità di ottenerla vengono lo stesso a richiederla, segno dell’effettivo bisogno che c’è» afferma Cubito che, sulla situazione economica nella zona, aggiunge: «nel giarrese stanno aumentando le domande di disoccupazione nel settore dell’edilizia che fino a poco tempo fa andava bene».
I patronati, in questi giorni, sono più intasati del solito:«ci aspetta un intenso lavoro – afferma Mario Cocuccio responsabile della Cisl di Giarre – dobbiamo assistere queste persone nella compilazione dei moduli per la social card e per il bonus e abbiamo difficoltà a seguire il nostro lavoro ordinario di sindacati». Tra le 400 e le 500 le persone presentatesi alla Cisl per la social card. Un centinaio, invece, le richieste di social card compilate, sinora, dalla Uil di Giarre a persone con tutti i requisiti richiesti. «Alcuni anziani hanno difficoltà ad arrivare già alla seconda settimana - afferma Giuseppe Camarda, responsabile della Uil di Giarre - l’importo è inadeguato per le esigenze ed è insufficiente per fare ripartire i consumi - aggiunge -. In più, si sono verificati alcuni disagi perché ad alcune persone era stata data sia la carta che il pin, ma la carta non era caricata». Qualche signora – raccontano i sindacati - dopo avere fatto la spesa si è presentata alla cassa del supermercato per pagare con la social card e lì ha subito l’umiliazione di scoprire che la carta non era caricata. E ha dovuto lasciare la spesa.
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su LA SICILIA dell'8 gennaio 2009)

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