Il Duomo di Giarre necessita di un restauro


Il Duomo “Sant’Isidoro Agricola”, monumento principe di Giarre, attende ancora il sovvenzionamento regionale per il restauro globale, ma la comunità parrocchiale, guidata dall’arciprete Domenico Massimino, continua ad operare per rendere più bella e accogliente la chiesa Madre con due iniziative in corso. «Da settembre sollecito, tramite il Sindaco, l’incontro con il presidente della regione Raffaele Lombardo – afferma l’arciprete – ma finora non ho potuto incontrarlo per ricordargli l’impegno assunto dal suo predecessore Cuffaro e riguardante il finanziamento per il restauro globale del Duomo». E qui il sacerdote ci tiene a sottolineare come il Duomo, oltre ad essere un edificio sacro, sia anche il massimo monumento cittadino, simbolo di Giarre. «Ciononostante – prosegue l’arciprete- non ci siamo fermati per rendere sempre più bella la Chiesa Madre. Ultimamente, sono stati puliti e restaurati i dodici grandi lampadari della chiesa ed è in corso l’attuazione del progetto della porta centrale in bronzo: il prossimo 15 gennaio si riunirà l’apposita commissione istituita per presiedere la concreta realizzazione dell’opera e promuovere le iniziative volte al reperimento dei fondi».
La chiesa Madre da tempo è messa in sicurezza attraverso puntellature. Il progetto di restauro si aggira sul milione di euro e, tra l’altro, prevede il consolidamento generale dell’edificio sacro, il restauro degli intonaci, della cupola, degli infissi, con l’eliminazione delle fessurazioni, la ristrutturazione della casa canonica e l’adeguamento dell’impianto elettrico. Un intervento, quindi, imponente a salvaguardia del monumento rappresentativo di Giarre. Per intanto, i fedeli, attraverso le offerte, stanno sostenendo il restauro dei 12 lampadari, costato circa 10 mila euro. Ancora più impegnativo è lo sforzo per la realizzazione dell’artistica porta centrale in bronzo, il cui progetto è stato redatto dal prof.Giuseppe Cristaudo, e per cui occorrono circa 50 mila euro.
Maria Gabriella Leonardi
(Pubblicato su LA SICILIA del 7 gennaio 2009)

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