Una giarrese nello staff dell'Alta Velocità


Dal 14 dicembre da Milano a Bologna si viaggerà con i treni ad alta velocità a 300 chilometri all’ora. Un traguardo importante per l’Italia a cui ha contribuito anche una giarrese, l’ing.Francesca Raciti, referente di Trenitalia dell’alta velocità per il personale di condotta e il personale di bordo. In questi giorni che precedono l’inaugurazione, sulla tratta Milano-Bologna si intensificano le prove. L’ing.Raciti ogni giorno lavora sui treni: a lei fanno capo la selezione dei macchinisti e del personale viaggiante, i piani di formazione e l’aggiornamento. Una carriera la sua realizzata in pochi anni: nel 2000 è entrata nel gruppo Ferrovie dello Stato inviando un curriculum ad un annuncio e superando una selezione. Dovendo lavorare con i macchinisti, ha scelto di prendere la patente di macchinista. Ha lavorato nei gruppi internazionali per la stesura delle specifiche tecniche del “Sistema di gestione del traffico e del controllo della marcia del treno europeo”. E’diventata istruttore dell’AV e ora ne è referente. E pensare che il macchinista è una professione tipicamente maschile! I genitori, Giuseppe e Ada, vivono da sempre a Giarre, e la sua è una famiglia di ingegneri: papà Giuseppe, la sorella Erminia, il marito e il cognato sono tutti ingegneri.
- Com’è guidare un treno a 300 km/h?
- Meglio di guidare una Ferrari! In più si trasportano circa 700 persone in confort e sicurezza.
- Cosa c’è di bello nell’ingegneria?
- Ti aiuta a capire cosa c’è dietro le cose, perché funzionano in un certo modo. E poi ti insegna a progettarle.
- A scuola quali erano le tue materie preferite?
- Al Liceo scientifico “Leonardo” i professori mi avevano detto che ero più portata per le materie umanistiche! Ricordo con particolare affetto le prof.Angela Catanesi, Sara Spina e il prof.Vito Sorbello e delle scuole medie la prof.Franca Del Campo. I docenti tracciano la vita di una persona. E poi nella vita se non ti metti a studiare con serietà, senza raccomandazione non vai lontano.
- Ti manca la Sicilia?
- Ho dovuto sacrificare gli affetti, ma come donna mi sento soddisfatta. Per la Sicilia posso fare poco, però, nell’impegno che metto nel mio lavoro, posso rappresentare la sicilianità. All’inizio mi dicevano «non sembri siciliana», adesso mi dicono «le donne catanesi siete decise».
(pubblicato su LA SICILIA del 9 diciembre 2008)
Maria Gabriella Leonardi

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