Un giarrese a Brisbane

Gli australiani amano da più di cinquant’anni i prodotti siciliani anche grazie a un giarrese, Luigi Monforte, uno dei più grossi importatori di prodotti siciliani a Brisbane e in tutta l’Australia, insignito nel 2006, dal Governo italiano, del titolo di Cavaliere del Lavoro. Monforte, è nato a Randazzo e la sua famiglia si trasferì a Giarre quando lui era piccolo. Sei figli, il papà noto mediatore a Giarre, la mamma casalinga. Nel 1952, a 27 anni, Monforte è partito per l’Australia, senza conoscere l’inglese, iniziando a lavorare come tagliatore in una piantagione di canne da zucchero. Ogni anno torna in quella Sicilia che ama tanto. Lo incontriamo a casa di parenti, a Macchia di Giarre. Le sue parole hanno l’accento inglese, ma lui non ha scordato il siciliano.
- Come ha iniziato la sua attività?
- Nel 1957 ho messo su un negozietto di generi alimentari, mai visto in Australia, con formaggi, salumi e prodotti importati dalla Sicilia. A quei tempi non conoscevano la pasta asciutta, non c’erano negozi di caffè, ristoranti… E’ stato un lavoro duro. Negli ultimi 32 anni, ogni anno sono tornato qui per selezionare la merce. La mia azienda, con 120 lavoratori, distribuisce i prodotti importati in un’area che si estende per 2500 km. Dallo scorso luglio lavoro come sono consulente in materia di esportazioni per aziende cinesi, di Hong Kong e di altri stati.
- Quali prodotti siciliani piacciono di più agli australiani?
- Tutti, la cucina anglosassone è pessima. Noi importatori abbiamo parecchio reclamizzato la dieta mediterranea.
- Come vede l’economia siciliana?
- La Sicilia è stata gestita male, se fosse gestita bene potrebbe diventare una piccola California.
- E’ in stretto contatto con i siciliani?
- Ho tanti amici, come l’onorevole Fatuzzo; ma anche giarresi, conosco bene la sindachessa e un anno fa ho perso un carissimo amico, l’onorevole Russo.
- Cosa augura alla Sicilia?
- Che sappia gestire meglio i propri interessi. La burocrazia italiana fa rabbrividire rispetto a quella australiana. Ma i siciliani hanno le capacità, sanno risorgere, sanno creare.
Maria Gabriella Leonardi

Commenti

Isidoro ha detto…
E' una bella storia quella che hai raccontato e si conclude con un messaggio di speranza. Però il problema della Sicilia, non dimentichiamolo, non è tanto la burocrazia (altrimenti questo avrebbe pesato anche sulle industrie piccole o grandi del nord), quanto piuttoso la cattiva amministrazione, la scarsa produttività degli apparati burocratici pubblici, statali, regionali e locali, la cultura del favore personale, la chiusura alle innovazioni in campo economico, la criminalità organizzata e non.
Poi come ciliegina sulla torta potremmo metterci anche una burocrazia meno bisognosa di balzelli e complicati adempimenti.
Un bacione
Isidoro