Giarre che da sempre è stato considerato il Comune capofila del distretto, rischia di diventare un centro privo di identità ed incapace di essere la guida del territorio.
Lo stato di crisi in cui versano i settori portanti dell’economia giarrese, l’agricoltura, il commercio, l’industria, l’artigianato, il terziario, e la precarietà dei lavoratori di questi comparti, impongono una seria riflessione sulla gestione della città negli ultimi anni che è stata, a nostro parere, inadeguata al ruolo ed alla tradizione politico-amministrativa che Giarre ha sempre avuto.
- I Servizi che prima erano un fiore all’occhiello stanno sempre più scomparendo dal territorio;
- La difesa dei servizi sanitari, compreso l’ospedale, è stata condotta in maniera dilettantesca e subalterna alle decisioni che altri prendevano nei luoghi decisionali a più alti livelli politici ed istituzionali favoriti anche dall’assenza di proposte credibili ed alternative;
- Il Territorio è abbandonato a se stesso e l’arredo urbano è caratterizzato dalla presenza sempre più invadente di discariche e cartelloni pubblicitari.
- Lo stesso strumento urbanistico di cui si è dotato il comune non risponde alle esigenze di razionalizzazione del territorio e di salvaguardia di risorse territoriali importanti come le aree agricole con la loro particolarità orografica. Nessuna iniziativa è stata intrapresa per arrivare ad uno strumento urbanistico condiviso con i Comuni limitrofi;
- La città, inoltre, offre ampi spazi per l’illegalità diffusa determinando anche per questo un scarsa qualità della vita.
La città di fronte a questi problemi appare quasi rassegnata al declino, e pare assecondare la modestia della classe politica e dirigenziale che ci ha guidato e continua farlo tuttora.
Noi riteniamo che Giarre ha le potenzialità intellettuali, politiche ed economiche per avere uno scatto d’orgoglio, per reagire al torpore a cui ci hanno assuefatto. E’necessario ritrovare la propria identità aprendo un dibattito nella città che sia in grado di analizzare e guardare ai problemi e alle loro soluzioni coinvolgendo società civile, associazioni e la classe dirigente politica ed intellettuale sana e disinteressata che ha scelto di mettersi da parte.
Ai partiti chiediamo di evitare la politica clientelare e li invitiamo ad un confronto libero da pregiudizi che guardi solo ed esclusivamente ai bisogni dei cittadini, alla crescita civile, alla vivibilità ed alle prospettive di sviluppo economico e del lavoro.
Giarre 18 ottobre 2008
Salvatore Cubito CGIL,Mario Cocuccio CISL,Giuseppe Camarda UIL
(pubblicata una sintesi della lettera su LA SICILIA del 19 ottobre)
Lo stato di crisi in cui versano i settori portanti dell’economia giarrese, l’agricoltura, il commercio, l’industria, l’artigianato, il terziario, e la precarietà dei lavoratori di questi comparti, impongono una seria riflessione sulla gestione della città negli ultimi anni che è stata, a nostro parere, inadeguata al ruolo ed alla tradizione politico-amministrativa che Giarre ha sempre avuto.
- I Servizi che prima erano un fiore all’occhiello stanno sempre più scomparendo dal territorio;
- La difesa dei servizi sanitari, compreso l’ospedale, è stata condotta in maniera dilettantesca e subalterna alle decisioni che altri prendevano nei luoghi decisionali a più alti livelli politici ed istituzionali favoriti anche dall’assenza di proposte credibili ed alternative;
- Il Territorio è abbandonato a se stesso e l’arredo urbano è caratterizzato dalla presenza sempre più invadente di discariche e cartelloni pubblicitari.
- Lo stesso strumento urbanistico di cui si è dotato il comune non risponde alle esigenze di razionalizzazione del territorio e di salvaguardia di risorse territoriali importanti come le aree agricole con la loro particolarità orografica. Nessuna iniziativa è stata intrapresa per arrivare ad uno strumento urbanistico condiviso con i Comuni limitrofi;
- La città, inoltre, offre ampi spazi per l’illegalità diffusa determinando anche per questo un scarsa qualità della vita.
La città di fronte a questi problemi appare quasi rassegnata al declino, e pare assecondare la modestia della classe politica e dirigenziale che ci ha guidato e continua farlo tuttora.
Noi riteniamo che Giarre ha le potenzialità intellettuali, politiche ed economiche per avere uno scatto d’orgoglio, per reagire al torpore a cui ci hanno assuefatto. E’necessario ritrovare la propria identità aprendo un dibattito nella città che sia in grado di analizzare e guardare ai problemi e alle loro soluzioni coinvolgendo società civile, associazioni e la classe dirigente politica ed intellettuale sana e disinteressata che ha scelto di mettersi da parte.
Ai partiti chiediamo di evitare la politica clientelare e li invitiamo ad un confronto libero da pregiudizi che guardi solo ed esclusivamente ai bisogni dei cittadini, alla crescita civile, alla vivibilità ed alle prospettive di sviluppo economico e del lavoro.
Giarre 18 ottobre 2008
Salvatore Cubito CGIL,Mario Cocuccio CISL,Giuseppe Camarda UIL
(pubblicata una sintesi della lettera su LA SICILIA del 19 ottobre)
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