Differenziare i rifiuti per sopravvivere

GIARRE Stavolta differenziare i rifiuti sarà una questione di sopravvivenza. Già perché se i 14 Comuni dell’Ato Joniamiente vogliono mantenere questo “Ambito territoriale ottimale” e non venire accorpati nell’unico Ato catanese dovranno avviare il percorso virtuoso indicato dall’Agenzia regionale rifiuti e acque con la direttiva dello scorso 16 giugno e rientrare, entro ottobre, nei parametri richiesti: differenziata oltre il 30%, costi di servizio e personale contenuti, possesso infrastrutture e impianti per la gestione integrata dei rifiuti. I vantaggi di mantenere in vita l’Ato Joniambiente si possono sintetizzare nella maggiore facilità nel gestire un Ato di 14 comuni piuttosto che un Ato con tutti i comuni della provincia e nell’esperienza già maturata. Malgrado i disservizi lamentati dai cittadini (come il diserbo e lo spazzamento delle strade) altrove in Sicilia va peggio e in alcune città si è arrivati all’emergenza rifiuti. La Joniambiente rientra bene o male nei requisiti richiesti dalla direttiva dell’Arra, lo scoglio più difficile è la raccolta differenziata. A Giarre, il Comune più grosso dell’Ato, la differenziata è al 9,5%. Ma il presidente del CdA della Joniambiente, dott.Mario Zappia, è ottimista: «Lo scorso 17 giugno il CdA si è riunito e ha deliberato di aderire alla possibilità di mantenere l’Ato intraprendendo il percorso virtuoso. Con la trasformazione degli Ato da Spa a consorzi, il CdA attuale, comunque, non ci sarà più – precisa Zappia – non è una decisione presa per mantenere il nostro posto, ma sino all’ultimo dobbiamo svolgere il nostro dovere. Il prossimo 9 luglio si riunirà l’assemblea dei Sindaci per approvare il bilancio consuntivo 2007 ed esprimere una determinazione sulla circolare dell’Arra. Informalmente diversi Sindaci mi hanno detto che intendono mantenere l’Ato Joniambiente. Se sarà così da luglio a ottobre bisognerà darsi da fare per aumentare la raccolta differenziata. Se riusciamo a recuperare su comuni come Giarre e Mascali avremo vinto».
Maria Gabriella Leonardi
(pubblicato su LA SICILIA del 4 luglio 2008)

Commenti

Isidoro ha detto…
Qualcuno sa perché nei nostri comuni non si fa la raccolta dell'umido?
Ciao a tutti.
Isidoro
Isidoro ha detto…
A proposito di raccolta differenziata e rifiuti vorrei contribuire postando questo riassunto di un rapporto di Greenpeace Gran Bretagna sul trattamento dei rifiuti a freddo, che può essere scaricato in formato pdf su questa pagina del sito web WWF Sicilia
http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=14847&content=1.
Mi scuso per la lunghezza dell'intervento, ma bisogna che tutti sappiamo, pur senza apriorismi e pregiudizi di sorta, che un'alternativa ai termovalorizzatori, esiste
"Lo scopo di questo studio è di valutare la fattibilità di un sistema di gestione dei rifiuti residuali che non preveda alcun processo di trattamento termico. Lo studio comprende una rassegna dei sistemi di trattamento meccanico biologico (TMB) e dei loro potenziali effetti.
I sistemi di trattamento meccanico biologico non sono nuovi. Nelle loro forme più primitive, li possiamo considerare come una evoluzione di base rispetto agli impianti di compostaggio di rifiuti indifferenziati (di solito fallimentari) di due decadi fa. Tuttavia, il potenziale di integrare sistemi basati sul trattamento
biologico di frazioni degradabili con tecniche di separazione meccanica sempre più efficienti è uno sviluppo più recente, come lo è la tendenza di cercare di impiegare tecniche di digestione per la fase di trattamento biologico, invece che trattamenti aerobici.
Nel sistema proposto, che indubbiamente
potrà essere migliorato, abbiamo suggerito che le tecniche di separazione meccanica che operano sui rifiuti residui (per esempio quelli
che rimangono dopo la raccolta differenziata) possano estrarre frazioni riciclabili di vetro, plastiche dense, alluminio, acciaio, come pure una certa quantità di carta, cartone e di pellicole di plastica. Per gli ultimi due tipi di materiali, potrebbero non esserci grosse prospettive di utilizzo sul mercato, sebbene la carta e il cartone possano essere usate nel compostaggio aerobico.
Lo scopo è quello di pulire la parte residuale,attraverso la rimozione di materiali utili, per lasciare una frazione di rifiuti biologici, che altrimenti essendo contaminata da materiali non catturati il sistema non riuscirebbe a riciclare. Nel nostro processo, questo materiale viene poi sottoposto ad una fase di digestione, prima di venir stabilizzato attraverso trattamenti aerobici (e qui la carta e
il cartone estratto potrebbero essere reintrodotti se non c’è mercato per questi materiali). E’ possibile estrarre da questo materiale una frazione fine, che sarebbe adatta ad applicazioni di basso livello, ma che non dovrebbe essere usata su terreni agricoli. Questo sistema, che genera all’incirca la stessa quantità di energia di quella che impiega (per cui l’erogazione netta di energia sarebbe zero), funziona bene se paragonato ad
altri sistemi di trattamento dei rifiuti residui, nonostante il fatto che altri trattamenti possano erogare più energia. In effetti, un bilancio dei gas serra mostra proprio il buon
funzionamento di un tale sistema, perché
l’enfasi è tanto (se non di più) sui materiali, quanto sull’energia.
Nel peggior scenario, questo tipo di sistema richiede che sia conferito in discarica ancora meno di un terzo di ciò che viene prodotto.
Tuttavia il materiale destinato alla discarica è relativamente inerte, se confrontato ai rifiuti non trattati. E’ ridotto il potenziale di generare metano, odori e percolato, quest’ultimo meno pericoloso di quello proveniente da altri materiali quando vengono messi in discarica.
Anche le proprietà di ingegneria sono diverse, osservando meno problemi per quanto riguarda i cedimenti di assestamento (sebbene il materiale abbia bisogno di piccoli aggiustamenti quando viene posto in discarica).
Questo impianto non fornisce un’alternativa alla raccolta differenziata.
La qualità dei materiali estratti, in particolare delle frazioni di carta e cartone e di quelle organiche (che
entrambe sono componenti importanti del
flusso di rifiuti non differenziati), è infatti più bassa rispetto a quella che si ottiene attraverso la raccolta differenziata. Il trattamento TMB fornisce un sostegno a questo sistema. Messo a fianco di un sistema di raccolta differenziata spinta, calcoliamo che un’amministrazione
locale, che producesse 200.000 tonnellate di rifiuti, dovrebbe inviarne in discarica circa il
15% del totale.
In altre parole, una “diversione” (un dirottamento dalla discarica) dell’85% è del tutto fattibile senza alcun bisogno di ricorrere a trattamenti termici."
Isidoro sei un mito. Ma non credo che convincerò facilmente qualcuno dei visitatori abituali di questo blog a scrivere. Riguardo l'umido so che c'è un progetto per un centro raccolta apposito, forse a Mascali, ma ancora deve essere realizzato. In provincia di Catania per le informazioni che ho esiste solo nella zona di Caltagirone.
(PS:Ieri mi è dispiaciuto stare con voi in fretta e furia. Spero di recuperare in futuro)
A presto