Al Ser.t. di Giarre: Ex tossicodipendenti più maturi e più numerosi

Sono circa 80 le persone che in media, ogni
giorno, si recano al Sert (Servizio tossicodipendenze)
di Giarre; un numero notevole, indice di
un fenomeno, le tossicodipendenze, che non
accenna ad attenuarsi. La maggior parte degli
utenti del Sert segue terapie con farmaci sostitutivi
dell’eroina o della cocaina, un buon numero
segue "psicosocioterapie", tra cui colloqui
con esperti, sia singolarmente che insieme alla
famiglia. Sullo sfondo di tante storie la crisi dei
valori, di tante famiglie che non danno un adeguato
supporto nella crescita dei figli e poi l’edonismo,
la ricerca di paradisi artificiali, dei falsi
modelli proposti dai media e l’uso di sostanze
per sentirsi più sicuri. Solo nel 2006, per motivi
vari, attorno al Sert giarrese sono gravitate
585 persone, nel 2004 erano 478, quindi un aumento
di utenti, in linea con quanto accade altrove.
Numeri presentati, negli scorsi mesi, durante
i lavori del piano di zone ma che indicano
soltanto i tossicodipendenti che si rivolgono alle
strutture pubbliche. Di qualche giorno fa il primo
rapporto sulle dipendenze presentato dalla
Ausl di Catania.
I Sert sono servizi delle Ausl preposti alla diagnosi,
cura e riabilitazione delle tossicodipendenze
e dell’alcoolismo. Il Sert di Giarre ha sede
nel vecchio ospedale; collabora con il centro
antifumo, la prefettura, la casa circondariale di
Giarre, che è una struttura a custodia attenuata
per tossicodipendenti - con l’autorità giudiziaria,
le forze dell’ordine e con l’ufficio esecuzione
penale esterna di Catania, riguardo alla concessione
di misure alternative alla detenzione.
A Giarre il responsabile è il dott. Salvo Di Dio
che spiega: «Si sta innalzando l’età media dei nostri
utenti: fino a 5 o 6 anni fa l’età media era intorno
ai 22 anni, adesso, sempre più spesso, incontriamo
persone che iniziano la carriera di
tossicomani intorno ai 35 anni». È cambiata,
negli ultimi anni, anche la "merce" in vendita in
zona: i ragazzi affermano che sino a 6 anni fa era
difficile trovare a Giarre uno spacciatore di cocaina
e in genere si spacciava eroina, adesso accade
il contrario. Sempre fino a qualche anno fa,
a Giarre, capitava, ai bordi delle strade più appartate,
di trovare siringhe; adesso molto di
meno: si usano di più droghe che si sniffano, eccitanti
e hanno avuto effetto anche le campagne
di sensibilizzazione sui rischi di contrarre malattie
attraverso l’uso promiscuo di siringhe.
Tuttavia, il dott. Di Dio dà un messaggio di
speranza: «Dalla droga si può uscire ma non da
soli: bisogna credere nel percorso terapeutico ed
è necessario il supporto familiare. Anche la famiglia
più disastrata può essere d’aiuto».
MARIA GABRIELLA LEONARDI
(pubblicato su LA SICILIA del 20 ottobre 2007)

Commenti

Unknown ha detto…
Sono un ex alcolista ,a questo momento sono 28 mesi che non bevo più.questo grazie all^ aiuto del dott. Di dio dei psicologi ed i loro aiutanti,che aiutato quelli che come me sono caduti in debolezze e difficilmente riescono ad uscirne da soli. Grazie.ps continuo ancora ad andare al sert il percorso è ancora lungo ed è facile ricaderci.